“È un film maledetto, estremo, che disturba. Rimosso (in ogni senso) alla sua uscita, è presto diventato un classico. Che lavora sulla saturazione dei codici di genere, da horror altamente intellettualizzato.” (Gianni Volpi)
“È un film maledetto, estremo, che disturba. Rimosso (in ogni senso) alla sua uscita, è presto diventato un classico. Che lavora sulla saturazione dei codici di genere, da horror altamente intellettualizzato.” (Gianni Volpi)
“Uno dei film di Gaál stilisticamente più rigorosi e compatti, un’amara parabola sul potere in un universo concentrazionario in cui uomini e animali si scambiano le parti”. (Morando Morandini)
“Un western da camera di leggerezza e profondità mozartiane: non un personaggio sfocato, non un’azione senza precisi motivi tattici”. (Morando Morandini)
“Il senso del ritmo di De Seta, il suo uso della macchina da presa, la sua abilità nel fondere i personaggi con l’ambiente circostante, furono per me una completa rivelazione. Era un antropologo che si esprimeva con la voce di un poeta”. (Martin Scorsese)
“Qui stanno le vere origini del moderno poliziesco europeo. I volti di Lino Ventura e di Jean-Paul Belmondo illuminano lo schermo e ci ricordano quale favoloso regista di attori sia sempre stato Sautet”. (Peter Von Bagh)