fbpx Biennale Cinema 2017 | Marco di Castri, Paolo Favaro, Daniele Pianciola - L’enigma di Jean Rouch a Torino. Cronaca di un film raté
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Marco di Castri, Paolo Favaro, Daniele Pianciola - L’enigma di Jean Rouch a Torino. Cronaca di un film raté



Italia, Francia / 90’
lingua Italiano, Francese
con Jean Rouch
, Alberto Chiantaretto, Marco di Castri, Daniele Pianciola, Jane Rouch, Philo Bregstein, Gilbert Mazliah, Sabina Sacchi, Gianfranco Barberi, Françoise Foucault, Jocelyne Rouch
sceneggiatura Marco di Castri, 
Paolo Favaro
, Daniele Pianciola
fotografia Marco di Castri, Daniele Pianciola
montaggio Marco di Castri
musica Marco di Castri, Dedalus
suono e color grading Paolo Favaro

 

SINOSSI

All’inizio degli anni ottanta il celebre etnografo e cineasta francese Jean Rouch, uno dei principali animatori della Nouvelle Vague, lascia il fiume Niger e le popolazioni Dogon e approda a Torino per realizzare un film con tre giovani autori torinesi. Il documentario racconta la storia di quello che fu un vero “laboratorio d’idee”, e la nascita del film che ne è derivato (Enigma, di Jean Rouch e Alberto Chiantaretto, Marco di Castri, Daniele Pianciola), ricostruendo i due anni che intercorsero tra l’arrivo di Rouch e la conclusione del progetto, attraverso la voce dei suoi principali protagonisti in dialogo con un materiale straordinario: oltre venti ore di making of, forse la documentazione più completa su un processo di creazione cinematografica e certamente la più completa documentazione di come lavorava Jean Rouch, di come animava il set e quel luogo indefinito al di là del set, dove gli aspetti umani e quelli tecnici e creativi si mescolano diventando parte stessa del film, alla maniera del cinéma verité. A cento anni dalla sua nascita, questo documento eccezionale costituisce un omaggio al grande etnografo e un inedito racconto della sua sconosciuta “avventura” italiana.

COMMENTO DEI REGISTI

Come poteva un signore francese di settant’anni che vestiva sempre allo stesso modo, che non portava né orologio né occhiali (sebbene fosse miope) ma ti riconosceva senza esitazioni e sapeva sempre dire dove si trovava senza bisogno di navigatore, come poteva affascinare dei cineasti italiani fino a trascinarli in un’esplorazione non dell’Africa, ma del proprio territorio alla scoperta di tracce che solo lui riusciva a leggere? Facciamo anche noi parte della schiera dei suoi “figli”, di coloro che lo ricordano e lo tramandano. E come tali rendiamo omaggio al nostro antenato, come lui faceva con i propri quando prima di bere versava a terra il suo vino brindando “aux ancêtres”.

Sala Volpi

LUNGOMARE MARCONI
30126 LIDO DI VENEZIA
TEL. 0415218711
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