fbpx Biennale Teatro 2018 | Gisèle Vienne - Crowd
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Teatro

Gisèle Vienne - Crowd



(2017, 100') nuova produzione - prima italiana

ideazione, coreografia e scene Gisèle Vienne
assistenti di palco Anja Röttgerkamp & Núria Guiu Sagarra
luci Patrick Riou
drammaturgia Gisèle Vienne & Dennis Cooper
selezione musicale di Underground Resistance, KTL, Vapour Space, DJ Rolando, Drexciya, The Martian, Choice, Jeff Mills, Peter Rehberg, Manuel Göttsching, Sun Electric & Global Communication
mixaggio, montaggio, selezione playlist Peter Rehberg
supervisione diffusione sonora Stephen O’Malley
performer Philip Berlin, Marine Chesnais, Kerstin Daley-Baradel, Sylvain Decloitre, Sophie Demeyer, Vincent Dupuy, Massimo Fusco, Rémi Hollant, Oskar Landström, Theo Livesey, Louise Perming, Katia Petrowick, Jonathan Schatz, Núria Guiu Sagarra, Tyra Wigg
costumi Gisèle Vienne in collaborazione con Camille Queval e i performer
responsabile tecnico Richard Pierre
set manager Antoine Hordé
tecnico del suono Adrien Michel
tecnico delle luci Arnaud Lavisse
produzione e prenotazione Alma Office, Anne-Lise Gobin, Alix Sarrade & Camille Queval, amministrazione Etienne Hunsinger
produttore esecutivo DACM
coproduttori Nanterre-Amandiers, centre dramatique national / Maillon, Théâtre de Strasbourg - Scène européenne / Wiener Festwochen / manège, scène nationale - reims / Théâtre national de Bretagne, direction Arthur Nauziciel / Centre Dramatique National Orléans/Loiret/Centre / La Filature, Scène nationale - Mulhouse / BIT Teatergarasjen, Bergen
con il sostegno di CCN2 – Centre Chorégraphique National de Grenoble, CND Centre national de la danse
La Compagnia Gisèle Vienne è sostenuta dal Ministère de la culture et de la communication – DRAC Grand Est, la Région Grand Est e / and Ville de Strasbourg
La Compagnia è sostenuta da Institut Français per le tournée internazionali
Gisèle Vienne è artista associata presso Nanterre-Amandiers, centre dramatique national e presso Théâtre National de Bretagne, Direction Arthur Nauzyciel

Commento dell'autrice

Fino a The Pyre (2013), le mie pièce, indipendentemente dal numero di performer coinvolti, sono state perlopiù incentrate sullo spazio privato e sulle intimità alterate, deviate, attraverso la rappresentazione di persone che vivono spesso piuttosto isolate. Con CROWD, dopo The Ventriloquists Convention (2015), per la seconda volta ritraggo un gruppo in cui le attività e le interazioni sociali rivestono un ruolo centrale. Questo gruppo è certamente molto diverso da quello proposto nella convention di ventriloqui; è una comunità di giovani che si è ritrovata per il desiderio di provare sensazioni di euforia e per l’interesse comune riguardo a un genere musicale, la techno. Il contesto scelto è quello di una festa. La rappresentazione del gruppo ben si adatta alla questione dell’intimità ed alla sua relazione con una comunità di persone, e alla relazione tra emozioni individuali e collettive.

In CROWD, vediamo spesso aspetti inebrianti ed espressioni emotive amplificate che si sviluppano attraverso il desiderio e il complesso anelito all’amore. Le persone che vanno a questa festa, costituendo in questo modo una comunità, sono pronte a vivere emozioni particolarmente intense, di qualsiasi genere, e raggiungono uno stato in cui le loro sensazioni sono ormai estremamente aumentate d’intensità. Il gruppo trova l’eccitazione attraverso una pièce in cui la struttura e determinati comportamenti evocano varie forme di ritualità. Di fronte a queste montagne russe emotive, il pubblico può avere, allo stesso modo, un approccio fisico ed emotivo allo spettacolo.

In CROWD, i quindici ballerini sono individui con psicologie, facoltà immaginative, sentimenti e storie molto diverse tra loro. Quando osserviamo una festa, c’è uno straordinario numero di “storie” che si dispiegano sotto i nostri occhi; in CROWD, ci sono storie e ritratti che l’autore del testo, Dennis Cooper, ha sviluppato sulla base del lavoro svolto con gli attori; tutto ciò perfeziona e influenza la creazione della pièce. È un aspetto dello spettacolo che fa venire in mente il processo di missaggio che si fa nella musica. Una sorta di missaggio narrativo, come se si avessero quindici brani musicali diversi e si regolassero i rispettivi livelli di volume, e quindi una composizione che permette al pubblico di rivestire un ruolo fondamentale nel modo di vedere e vivere la pièce.

Teatro Piccolo Arsenale

SESTIERE CASTELLO
CAMPO DELLA TANA, 2169/F
30122 VENEZIA
TEL. 0415218711
info@labiennale.org

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