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Biennale Teatro 2021

Biennale College Teatro
Performance Site-specific

I vincitori

Biennale College Teatro
Performance Site-specific

Blue è il colore dell’acqua che sgorga improvvisa dalla roccia dissetando le zolle riarse; di identica sfumatura è lo sguardo di un giovane talento che arreca linfa novella a un panorama, quello teatrale, bisognoso di traiettorie artistiche sempre mutevoli e idratanti.

Il bando della Biennale College Teatro - Performance Site Specific, unico nella sua peculiarità e lanciato quest’anno nella sua prima edizione, produce i due vincitori che disegneranno le linee d’orizzonte espressivo di un’attitudine performativa che attraversi il Presente (rivisto sotto la lente degli incidenti del Passato) per gettarsi in un futuro auspicabile. I progetti risultati vincenti, prodotti dalla Biennale Teatro, entreranno a far parte della programmazione del 49. Festival Internazionale del Teatro.

Stefano Ricci  Gianni Forte

Stellario Di Blasi

Con un percorso nella danza contemporanea, sia da interprete che come coreografo, e nelle arti performative visive, Stellario Di Blasi è il primo vincitore dell’edizione di Biennale College – Performance Site Specific 2021, scelto dai Direttori Stefano Ricci e Gianni Forte nella rosa di quindici finalisti (su 106 domande iniziali).

Presentando un frammento di studio del suo progetto AB IMIS, restituisce un’ipotesi intrecciata alle riflessioni di Bauman sul senso del consumo di una società liquida edificando un riciclo dell’Assenza che, nutrito dall’alone poetico di Emily Dickinson, trasforma questo momento sospeso pandemico in una campionatura dell’autodissoluzione da paese della cuccagna privo di colori primari.

In una distesa modulare che vive degli echi dell’arte di Pino Pascali - richiamandone i perimetri della relazione tra natura e produzione industriale - Stellario Di Blasi indaga attraverso il corpo parlante del performer: nella selva ghiacciata dal chiacchiericcio e dalle anacronistiche consuetudini di sopravvivenza, il palcoscenico viene tramutato in pista di decollo di senso; significati che la danza, la parola, il gesto performativo, la pittura e l’uso degli oggetti rendono propagatori di memoria e ostinata ricerca di una identità cancellata.

Mediante il recupero di una dignità morale e di nuove coordinate di ascolto, Di Blasi costruisce un itinerario nel quale i linguaggi della poesia e del corpo agito edificano una indagine che, frantumando gli steccati tra le differenti discipline artistiche, restituisce un nuovo turbine teatrale che pur traendo frutto dalle orme performative di questo secolo getta un nuovo ponte, fiammeggiante di contenuti, verso possibilità di esplorazione più ampie di significato. AB IMIS, dunque e letteralmente, non riguarda soltanto un’analisi del momento sociale contingente ma quell’esperimento linguistico espressivo su un alfabeto da rifondare che Stellario Di Blasi - senza nulla dare per scontato - sembra perseguire senza timori.

–ness

Con il progetto On a solitary beach, una personalissima indagine dei nuovi linguaggi nel campo delle arti visivo-performative unita a una feroce disperanza in grado di raccontare le istanze del contemporaneo, l’altro vincitore dell’edizione Biennale College – Performance Site Specific 2021 è il collettivo –ness, fondato a Venezia nel 2019 e composto dal tandem d’artisti Rooy Charlie Lana e Giulia Zulian.

Rooy Charlie Lana e Giulia Zulian s’interrogano sull’inutilità dei falsi miti, degli stereotipi, dei preconcetti e della conseguente calcinata scia di polvere che siamo costretti a respirare, illusi dalla retorica e dai sorrisi vacui della nostra politica, nei perimetri sociali economici culturali dominanti dell’arido deserto della mediocrità che è diventato oggi il nostro Paese.

On a solitary beach è una performance espansa estemporanea: attraversando come turisti, a piedi o in gondola, un museo/scena site-specific come Venezia, agendo in tutti quei luoghi della cultura che per un anno e mezzo ci sono stati negati, i Transghost Rooy Charlie Lana e Giulia Zulian – utilizzando come codice estetico lo zentai (la tuta aderente integrale che nasconde completamente i tratti fisionomici distintivi del corpo, ricoperto con accessori appartenenti alla pratiche BDSM) per spingere ai limiti la percezione, stabilire nuove grammature di sensibilità, riposizionare di continuo in modi sorprendenti il focus nell’organizzazione dello sguardo degli altri spettatori_visitatori della città – lasciano impronte, depositano tracce lanciando un silenzioso poetico grido d’allarme contro la discriminazione e potenziando invece, rispetto ad un sistema normativo, i molteplici poteri delle derive che emettono da sempre una fluorescenza che non accennerà mai a spegnersi; ci invitano inoltre a non opporci e farci placidi collaboratori della creazione, portandoci a riflettere sull’identità in attraversamento, sul passaggio visibile e/o invisibile da uno stato del corpo a un altro, su cosa significhi l’essere e/o il non essere contemporaneamente a sé stessi con differenti orizzonti simbolici.

Cenni biografici

Stellario Di Blasi (Messina, 1982) – Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara e di Reggio Calabria (Pittura), Stellario Di Blasi si forma anche nella danza: studia contemporaneo presso il Centro Nazionale di Produzione della Danza - Scenario Pubblico Performing Arts - della Compagnia Zappalà Danza, dove ha tenuto lezioni per il corso di formazione della stessa, Modem Atelier, e preso parte a spettacoli di Roberto Zappalà, Giovanni Scarcella, Loris Petrillo, Compagnia Petranura Danza e Contenedores de Arte, Actual 2014 e Festivalfever. Approfondisce la sua esperienza coreutica presso la Hennuy Jurries Fondation (HJS) di Amsterdam continuando ad aggiornarsi attraverso workshop condotti da artisti di fama internazionale, come La Veronal, Peeping Tom, Tanztheater Pina Bausch (condotto da Damiano Ottavio Bigi per la realizzazione del film Borobudur di Arnold Pasquier), Sasha Waltz, Ultima Vez.
Dal 2013 al 2016 è stato danzatore della Compagnia Giovanna Velardi. Come performer ha collaborato nel 2017 con Olivier Dubois in Les mémoires d’​un seigneur.
Dal 2015 inizia una personale ricerca coreografica che dal 2021 è sostenuta dall’Associazione Versiliadanza. Il suo primo progetto coreografico, La medesima ossessione | il corpo, è finalista al Premio Equilibrio Roma 2015, sotto la direzione artistica di Sidi Larbi Cherkaoui e, sempre nello stesso anno, il lavoro è selezionato da Anticorpi XL - Vetrina della Giovane Danza D’Autore. Nel 2016 crea Cariddi | mari nun ci n’è cchiù, finalista a DNA Appunti Coreografici – Romaeuropa Festival, Cortoindanza Festival di Cagliari e Shake Shake Shake #4 – Ballet Du Nord Olivier Dubois in Lille (2017). Nel 2018 la stessa creazione è presente alla Vetrina della Giovane Danza D’Autore - Anticorpi XL. Nel 2018 è vincitore, con il progetto Zancle | trilogia dello stretto, del Bando Casa Luft - Permutazioni 2018 di Zerogrammi; crea Caronte | ad astratti furori, con cui vince il Bando Danza Urbana XL 2018 che debutterà al Ravenna Festival in occasione della rassegna Giovani Artisti per Dante; infine, è uno degli artisti selezionati al Bando Uffizi Live, per cui presenta A Tutto Tondo all’interno delle Gallerie degli Uffizi.

 

-ness (Rooy Charlie Lana e Giulia Zulian) è un collettivo artistico fondato a Venezia nel 2019. I confini della ricerca si espandono tra le arti performative e gli studi queer-ness sviluppa pensieri e pratiche a partire dall’identità Transghost. Ha recentemente pubblicato Transghost Manifesto su Kabul.Magazine.

Rooy Charlie Lana – classe 1995 da Piazza Armerina (EN) – è ricercat* indipendente e artista nel campo delle arti performative. I temi della sua ricerca riguardano la performatività queer. Ha conseguito la laurea in Teatro e Arti Performative all’Università IUAV di Venezia. Ha esposto le sue opere a Venezia per la Fondazione Bevilacqua La Masa e ad Asolo per Asolo Art Film Festival, a Roma presso il Teatro India - Teatro di Roma. Insieme a -ness ha ottenuto la residenza artistica presso Centrale Fies - Art Work Space. Ha lavorato presso Palazzo Grassi - Punta della Dogana e per lo Studio Tomás Saraceno durante la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Tiene corsi di formazione nel campo delle teorie della performance ed estetica della scena contemporanea presso enti culturali riconosciuti e accreditati dal MIUR.

Giulia Zulian – nata a Pordenone nel 1993 – è laureata in Teatro e Arti Performative presso l’Università IUAV di Venezia. La sua ricerca indaga le correlazioni tra arti performative, club culture e fashion studies. Ha lavorato per la coreana Hyundai Gallery a Venezia e per lo Studio Tomàs Saraceno durante la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Ha collaborato come assistente di comunicazione e produzione presso vari enti tra cui: Teatro Comunale Giuseppe Verdi (Pordenone), la 26esima edizione del premio Hystrio (Milano) e il Festival internazionale di corti In the Palace (Bulgaria). Ha preso parte a vari seminari e workshop tenuti da: Cristina Kristal Rizzo, Francesca Corona, CollettivO CineticO, Daniel Blanga Gubbay, Silvia Bottiroli, Piersandra Di Matteo, Rimini Protokoll, Claudia Castellucci.

Foto: Roberta Segata. Courtesy Centrale Fies

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