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La Biennale di Venezia

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Biennale Arte 2017

IL MONDO MAGICO

Padiglione Italia

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, è curato quest’anno da Cecilia Alemani.

Un ritorno all’immaginario e al fantastico 

Il progetto del Padiglione Italia alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte risponde pienamente al tema proposto da Christine Macel, curatrice di questa edizione, che ha definito Viva Arte Viva una Biennale con

gli artisti, degli artisti e per gli artisti. Puntando a focaliz- zare la nostra attenzione su di essi e sulla loro ricerca, la mostra “Il mondo magico” offre una possibile interpreta- zione della realtà.

Il titolo, concepito dalla curatrice Cecilia Alemani, rimanda dichiaratamente all’omonimo libro di Ernesto de Martino, pubblicato da Einaudi nel 1948. Come Il mondo magico propone un ritorno all’immaginario e al fantastico quali strumenti per abitare il mondo in tutta la sua ricchezza e molteplicità, allo stesso modo gli artisti voluti dalla curatrice – Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi
e Adelita Husni-Bey – svolgono la loro ricerca nella sfera del magico e dell’immaginazione, seppur giungendo a risul- tati artistici profondamente diversi sia nel contenuto sia nella forma.

La proposta, scelta dal ministro Dario Franceschini, si conferma ambiziosa, articolata e innovativa. Su indicazione della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, il numero degli artisti è stato ridotto a tre ed è stato dato loro un anno di tempo per elaborare il progetto. Questi sono stati passaggi indispensabili per orga- nizzare la presenza dell’Italia secondo tempistiche e moda- lità corrette e rispettose del ruolo e del lavoro di tutti
e questo non può che contribuire in modo positivo alla definizione di un’identità nazionale nel contemporaneo
alla Biennale di Venezia, che da sempre costituisce un appuntamento di confronto imperdibile per il mondo della cultura globale.

Questi elementi hanno consentito ad Andreotta Calò, Cuoghi e Husni-Bey di produrre opere ambiziose e complesse, cimentandosi, nelle Tese delle Vergini, con uno spazio affascinante che genera continuamente sfide alle possibilità di allestimento.

È stato elaborato, infine, un programma collaterale ricco e variegato che prevede workshop rivolti agli allievi delle Accademie di Belle Arti italiane affinché, conoscendo gli artisti e i professionisti che hanno realizzato il Padiglione Italia, si rendano maggiormente consapevoli della comples- sità e varietà delle professioni legate al mondo dell’arte contemporanea come loro futuro ambito di lavoro.

Federica Galloni

Direttrice Generale DGAAP (Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e periferie urbane)

Il mondo magico secondo Cecilia Alemani

La mostra per il Padiglione Italia alla 57. Esposizione Internazionale d'Arte è intitolata Il mondo magico e presenta tre nuovi ambiziosi progetti di Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey. I tre artisti – nati in Italia tra gli anni settanta e gli anni ottanta – sono emersi dagli inizi del nuovo millennio e, a dispetto di molte diffe- renze stilistiche, condividono una fascinazione per il potere trasformativo dell’immaginazione e un interesse nei confronti del magico.

Nelle loro opere gli artisti creano universi paralleli in cui abbondano riferimenti al magico, al fantastico e al favoli- stico che danno forma a complesse cosmologie personali. Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey, infatti, vedono il proprio ruolo non solo come artefici di opere d’arte, ma come attivi interpreti e creatori del mondo che rileggono attraverso la magia e l’immagina- zione. I tre artisti invitati non cercano nel magico una via di fuga nell’irrazionale, quanto piuttosto una nuova espe- rienza della realtà: per loro la magia è uno strumento attra- verso il quale abitare il mondo in tutta la sua ricchezza e molteplicità.

Il titolo della mostra è preso a prestito dall’omonimo libro dell’antropologo napoletano Ernesto de Martino, uno dei pensatori chiave dello studio della funzione antropologica del magico che ha analizzato per decenni individuando, nei suoi rituali, i dispositivi attraverso i quali l’individuo possa padroneggiare una situazione storica incerta e riaffermare la propria presenza nel mondo.

Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey si appropriano del magico come mezzo cognitivo per rico- struire la realtà, reinventandola ora con la fantasia e il gioco ora con la poesia e l’immaginazione. Questo approccio permette loro di creare universi estetici complessi che rifuggono dalla narrazione documentaristica tipica di molta produzione artistica recente, per affidarsi invece a un racconto intessuto di miti, rituali, credenze e fiabe.

Come nei riti descritti da Ernesto de Martino, nelle opere dei tre artisti si mettono in scena situazioni di crisi che sono risolte attraverso processi di trasfigurazione estetica ed estatica. Osservate in controluce, da queste opere emerge l’immagine di un paese – reale e fantastico allo stesso tempo – in cui tradizioni antiche coesistono con nuovi linguaggi globali e lingue vernacolari e in cui realtà e immaginazione si fondono in un nuovo mondo magico.

Cecilia Alemani

Biennale Arte
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