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La Biennale di Venezia

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La Biennale di Venezia

Biennale Danza 2018

Respirare, strategia e sovversione

Il 12. Festival

In scena a Venezia dal 22 giugno all’1 luglio, il 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, diretto da Marie Chouinard e intitolato Respirare, strategia e sovversione, offre un ampio spettro in cui si declina la coreografia oggi, evidenziando dinamiche e sviluppi della figura di danzatore e coreografo.

Ci sarà Meg Stuart, Leone d’Oro alla carriera e capofila di improvisation projects che hanno marcato la sua attività influenzando numerosi artisti, alla Biennale con la prima italiana di Built to Last; e si vedrà il connubio tra il postmodern di Deborah Hay, antesignana della “controcultura” americana raccolta al Judson Dance Theater, e la perfezione dei danzatori del Cullbergbaletten, massima espressione del balletto moderno, insieme per Figure a Sea, sulla musica di un’altra grande sperimentatrice, Laurie Anderson.

Ci sarà il flamenco contemporaneo di Israel Galván, che in FLA.CO.MEN rivitalizza una tradizione secolare che ha nel dna (è figlio di bailaores), senza timore di rivoluzionare gli elementi di una danza fortemente codificata. Ci saranno i “concerti-coreografici” di Frédérick Gravel, con il suo collettivo di attori, danzatori e musicisti, adrenalinici interpreti della prima italiana di Some Hope for the Bastards, esempio dell’inconfondibile fusione di indie rock e danza contemporanea. L’incrocio fra danza, musica e teatro sostanzia anche il lavoro di Jacques Poulin-Denis, compositore e coreografo, che firma Running Piece, opera per danzatore e tapis roulant, in prima europea per la Biennale.

Il grado zero della danza è rappresentato da Xavier Le Roy, fra i pionieri dell’anti-coreografia, che spazia dall’operazione concettuale al gesto ironico. Le Roy presenta in prima assoluta Le Sacre du printemps, un assolo diventato quasi di culto che reinventa rifrangendone i gesti fra tre interpreti femminili. Su questa stessa linea opera la danese Mette Ingvartsen, di cui a Venezia si vedrà in prima italiana To come (extended), come performer accanto a Jan Ritsema, Bojana Cvejic, lo stesso Xavier Le Roy, Boris Charmatz. La Ingvartsen è autrice di una “coreografia espansa” fino al punto estremo dell’immaterialità, dove il corpo perde il suo consueto ruolo dominante, si fa oggetto fra gli oggetti.

A quest’area coreografica, in cui la sfera percettiva prevale sulla virtù tecnica e la sensazione è elemento chiave, si ascrivono le italiane, con numerose esperienze all’estero, Francesca Foscarini e Irina Baldini. Entrambe sono alla Biennale con un dittico: Vocazione all’asimmetria e Animale, novità assoluta, per Francesca Foscarini; per Irina Baldini 7 ways to begin without knowing where to start, con cui si è rivelata a Biennale College – Coreografi lo scorso anno, e Quite now in prima assoluta.

Alla coreografia come esperienza sociale, spazio comune che performer e spettatore modellano insieme si orienta l’opera di Faye Driscoll, già Bessie Award e Doris Duke Artist Award, per la prima volta in Italia con Thank you for Coming: Attendance, capitolo primo di una serie di lavori “fatti per e con il pubblico”.

Energia e vitalità espressiva provengono da un altro continente, dalla capoverdiana Marlene Monteiro Freitas, che la Biennale premia come nuovo talento con il Leone d’Argento: Bacchae - Prelude to a Purge, presentato dalla Freitas in prima italiana, è l’originale rilettura del tragico mito euripideo interpretato dai dodici danzatori e i musicisti della sua compagnia.

A vent’anni dall’antologica delle sue prime creazioni Les Solos 1978-1998, presentata anche alla Biennale nel 1999, Marie Chouinard prosegue l’idea di attingere al proprio repertorio con la sua compagnia. In prima mondiale alla Biennale, Radical Vitality, Solos and Duets è un'opera retrospettiva di circa trenta assoli e duetti, “una nuova collezione coreografica, una reinterpretazione di queste brevi forme che diventano autonome, ma inscritte in un lungo e profondo processo creativo che si sviluppa per oltre quarant’anni” (M. Chouinard).

Biennale College - Danza

La trasmissione del repertorio contemporaneo, l’analisi delle tecniche coreografiche, che mette a fuoco ogni anno un metodo specifico (nel 2017 Forsythe, quest’anno la stessa Chouinard), l’interpretazione e l’elaborazione personale sono oggetto delle attività di Biennale College destinate ai danzatori e ai coreografi. L’obiettivo è di promuovere nuovi talenti offrendo loro di operare a contatto di maestri per la messa a punto di creazioni: l’esito dei due percorsi intensivi dedicati all’arte della danza e all’arte della coreografia sono ospitati all’interno del 12. Festival Internazionale di Danza Contemporanea.

I 15 danzatori selezionati quest’anno, tutti dai 18 ai 23 anni (8 italiani, 2 australiani, 1 olandese, 1 greco, 1 israeliano, 1 da Singapore), al termine di tre mesi che integrano training e interpretazione, saranno protagonisti dei 24 Préludes de Chopin di Marie Chouinard e di una nuova creazione di Daina Ashbee, ideata per Biennale College (29 giugno).

I maestri del College dedicato ai danzatori sono: Judith Koltai (Authentic Movement), Gaby Agis (Skinner Releasing Technique), Tom Koch (Alexander Technique), Ami Shulman (Feldenkrais), Linda Rabin (Continuum) per quanto riguarda l’approccio somatico o consapevolezza del corpo; le danzatrici della Compagnie Marie Chouinard per quanto riguarda lo studio della tecnica contemporanea e della ricerca sul movimento.

I tre coreografi under 32 selezionati da Marie Chouinard presenteranno tre creazioni libere e originali di 20 minuti circa (1 luglio). Dopo una fase propedeutica sul processo creativo di un maestro, quest’anno è quello di Marie Chouinard, i tre coreografi lavorano per 6 settimane alla propria creazione con 7 danzatori professionisti. Nelle diverse fasi di ricerca, elaborazione, realizzazione delle loro creazioni i tre coreografi potranno confrontarsi con gli esperti Isabelle Poirier, maître de ballet della Compagnie Marie Chouinard, Guy Cools per la drammaturgia, Simone Derai per la regia.

Alcune fasi del lavoro di coreografi e danzatori saranno aperte al pubblico all’interno della 16. Mostra Internazionale di Architettura.

Spazi e iniziative

Incontri con gli artisti invitati e proiezioni di filmati nel Giardino della Marceglia all’Arsenale concorrono a circoscrivere il programma di quest’anno fondato su un’idea della danza “come nutrimento per la psiche e per l’intelletto più che come puro oggetto estetico” (M. Chouinard).

Sono 22 gli spettacoli in programma, 5 in prima assoluta, 1 in prima europea e 5 in prima per l’Italia.

Le novità del 2018

Tra le novità del 2018 l’accredito “spettatori in residenza” permetterà di fruire a 360 gradi i Festival di Danza Musica e Teatro con la presenza di un tutor che li guiderà in un percorso dedicato tra gli spettacoli e gli artisti del festival, incontri con i protagonisti e momenti di scambio e confronto. L’accredito a uno o più Festival si può acquistare a partire dal 15 marzo alla tariffa speciale di 35 € per ciascuna manifestazione.

Il bando “scrivere in residenza”, destinato a giovani laureati italiani under 30, che prevede un percorso di ricerca sul campo con la partecipazione al festival e di studio all'Archivio Storico della Biennale, attraverso il tutoraggio di professionisti e la supervisione dei direttori di settore, sarà reso pubblico prossimamente.


Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Il Goethe Institut ha contribuito alla realizzazione di un appuntamento del Festival di Danza: Built to Last di Meg Stuart.

Ringraziamenti

Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

Con il sostegno dell’Ambasciata del Canada in Italia.
Con il sostegno della Delegazione del Quebec a Roma.

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