UnderSkin
Il Festival è focalizzato sull’origine e l’ispirazione della danza contemporanea. Il fulcro della discussione è la relazione che intercorre fra Corpo/Anima/Scienza. Questo ci permette di affrontare tematiche diverse e di capire cosa facciamo del nostro corpo in un’epoca che ci offre la possibilità non solo di ricostruirlo ma anche di rimodellarlo, ridisegnarlo, di trapiantare la nostra faccia o di clonarla. Come si riflette tutto ciò nella cultura che osserva il corpo? E come rispondono i coreografi a questa situazione?
La danza cerca di raggiungere un body momentum, quell’attimo irripetibile e irriproducibile in cui il corpo si fa arte. Quando un artista sale sul palcoscenico scaturisce qualcosa di misterioso dalla sua fisicità: il ritmo del cuore è accelerato, il sangue scorre sempre più velocemente nelle vene, l’alta concentrazione e tutto quello che gli brucia dentro provocano una specie di esplosione interna che la scienza non può facilmente spiegare.
Come si fa a comprendere l’ispirazione, il possesso di quell’energia che nasce dall’anima dell’artista? E ancora, come si trasforma tutto questo in creatività e arte? L’anima che muove il corpo funziona da catalizzatore di quell’ampia gamma di idee che agita il mondo, entra cioè in contatto con le sue molteplici influenze.
La vera domanda è: il corpo congelato all’interno di un laboratorio si deve considerare utilizzato per scopi medici o estetici? Stiamo lentamente diventando androidi? Cosa succede al corpo quando entra nello stato fisico di trance durante un rito sciamanico? Fin dall’antichità la danza è stata correlata alle tradizioni dionisiache, come il prodotto di spiriti posseduti. D’altro canto, sul versante della scienza e della psicologia, il prodotto di alcune personalità schizofreniche è stato punto di partenza di nuove idee artistiche. Le figure di Isadora Duncan e di Vaslav Nijinsky ne sono un esempio.
Danza e rito religioso incrociano il loro percorso nel mondo dei visionari. Arte e Follia è uno degli argomenti affrontati nel corso del simposio che apre questa edizione del festival. La Biennale del Corpo è un laboratorio di visioni contemporanee. La città di Venezia offre l’opportunità di guardare al passato, di analizzare il presente e di percepire intuitivamente il futuro. Va under skin, cioè sotto pelle, con il simposio, i laboratori in programma e le performance presentate nell’ambito del festival attuale. È un’occasione per scambiare idee e soprattutto per osservare dall’interno, comprendendone gli impulsi creativi, l’arte contemporanea. Penetrare under skin, sotto pelle, è un modo per vedere come scatta il meccanismo di conoscenze e competenze dell’esperienza performativa.
Si collega con l’art in process di oggi. Viviamo tempi di rapida trasformazione del concetto di identità. Il problema di trovare un linguaggio personale o un’originalità stupefacente si ricollegano al concetto individuale di nazione e cultura. Viviamo nell’epoca dei nuovi provocateurs, in cui si bruciano automobili per riaffermare o ridefinire la propria identità e la propria cultura. Il cervello del nostro corpo registra emozioni e informazioni che potrebbero trovare uno sbocco nell’arte contemporanea. La paura della morte e la necessità di uno spazio vitale possono far scattare quello che di speciale c’è in una persona che non vuole passare inosservata. Il viaggio nella psiche di un artista acuisce la nostra comprensione del suo dono e delle sue idee. Il meccanismo neurale che connette percezione, emozione, fede e creatività ci porterà ad apprezzare ancora di più il mistero dell’arte. Una volta ho letto da qualche parte che la differenza fra l’arte e la scienza si misura in rapporto alla verità. Lo scienziato si impegna nella ricerca della verità. L’artista no.
Ismael Ivo
dal catalogo del 4. Festival Internazionale di Danza Contemporanea