Anno / durata: | 2017, 45’ (prima italiana) |
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Idea e coreografia: | Oona Doherty – O.D Works |
Suono: | David Holmes |
Design luci e scene: | Ciaran Bagnall |
LX relight: | Lisa Mary Barry |
Foto e film: | Luca Truffarelli |
Direttore di palco: | Siobhan Barber |
Produttore: | Gabrielle Veyssiere – O.D Works |
Finanziatori: | British Council, Arts Council of Northern Ireland, Belfast International Arts Festival, Dublin Dance Festival |
Originariamente prodotto da: | Prime Cut |
Cast: | Oona Doherty (episodi 1 e 4), ragazze veneziane (episodio 2), John Scott, Sam Finnegan (episodio 3) |
Oona Doherty - Hard to be soft. A Belfast Prayer
Descrizione
Una “danza fuori dalle regole” nei temi e nei modi è quella di Oona Doherty, nome nuovo della danza europea e Leone d’Argento di questa edizione del Festival, a Venezia con Hard to be Soft – A Belfast Prayer. Non ortodossa è la scelta di mettere in scena lo spaccato di una comunità, quella della sua infanzia a Belfast, con i suoi orizzonti limitati da imposizioni culturali, sociali, religiose. Delle classi lavoratrici, praticamente assenti dai palcoscenici della danza, la Doherty coglie la dimensione quotidiana, la loro violenza e vulnerabilità, i tic, gli stereotipi e i vizi, ma anche il coraggio, la forza e l’energia.
“Per i taoisti, il corpo è come una versione in miniatura dell’universo. Le parti del corpo corrispondono alle caratteristiche fisiche dell’universo. E se prendessimo questi aspetti di Belfast? Li abbiamo elevati a luogo sacro. Un inno esistenziale? Voglio creare un’opera di teatro-danza che astragga i ricordi parziali della mia gioventù in Irlanda del Nord in una preghiera luminosa come un neon. Benvenuti in un limbo bianco lucente.” (Oona Doherty)