La Biennale di Venezia con il
Victoria and Albert Museum
Robin Hood Gardens: A Ruin in Reverse
Curatori:
Christopher Turner e Olivia Horsfall Turner
Responsabile Progetto:
Alexandra Willett
Ricerca:
Esme Hawes
Progetto di allestimento:
the design kollektiv
Installazione del Robin Hood Gardens Fragment:
muf architecture/art
ARUP
Installazione film/animazione:
Do Ho Suh
Realizzato da La Biennale di Venezia
Sede: Sale d’Armi A, Arsenale
Per il terzo anno consecutivo di collaborazione fra il V&A e La Biennale di Venezia, l’istituzione londinese porta alla 16. Mostra Internazionale di Architettura un elemento costitutivo del Robin Hood Gardens, il complesso di case popolari nell'East London progettato da Alison e Peter Smithson e completato nel 1972.
L'edificio, non senza polemica, è in corso di demolizione per fare spazio a un progetto di riqualificazione urbana da £300 milioni: il V&A ha salvato questo grande frammento che resta uno degli esempi del Nuovo Brutalismo, rinomato a livello internazionale. Prenderà posto a fianco di altri elementi architettonici a grande scala conservati nella collezione del V&A, fra i quali la facciata cinquecentesca della casa di Sir Paul Pindar a Bishopsgate, demolita nel 1890, e la stanza della musica settecentesca salvata nel 1938 dalla demolizione di Norfolk House a St. James's Square.
A Venezia, gli elementi prefabbricati in calcestruzzo dei Robin Hood Gardens saranno ricostruiti su un'impalcatura progettata da ARUP con muf architecture/art i quali per primi hanno proposto al Museo di acquisire il frammento che permetterà ai visitatori di camminare lungo una ‘strada nel cielo’.
Il V&A ha inoltre commissionato un nuovo lavoro all'artista coreano Do Ho Suh, per il quale catturare i ricordi e interrogare il significato della casa costituiscono il fulcro della sua pratica artistica. La sua monumentale installazione di film/animazione documenta il momento della demolizione di Robin Hood Gardens, a meno di cinquant'anni dalla costruzione della visione utopica degli Smithson. Avvalendosi delle più avanzate tecnologie di scansione 3D e fotogrammetria, proiettata su uno schermo largo 13 metri, la videocamera procede lungo i percorsi e sembra tagliare il palazzo, raffigurando e rivelando le vite individuali attraverso gli interni domestici contenuti nella griglia modulare. L'installazione di Do Ho Suh risponde ai labili confini tra interno psichico ed esterno oggettivo, e riflette su queste abitazioni e sulla loro funzione all'interno di una struttura fisica in via di sparizione.
Questo complesso residenziale è solo uno dei tanti progetti di alloggi popolari del dopoguerra ora destinati alla riqualificazione. I critici sostengono che la rigenerazione stia distruggendo le comunità esistenti senza contribuire ad alleviare l'emergenza abitativa che colpisce i centri metropolitani. I difensori evidenziano l'offerta di alloggi a basso costo all'interno di questi progetti e il miglioramento delle condizioni di vita. Il V&A promuove attivamente il dibattito pubblico attorno ai temi dell'architettura e dell'urbanistica: alla 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia partiremo dalla lezione di Robin Hood Gardens per affrontare le domande urgenti sul futuro degli alloggi popolari che ci riguardano tutti.
Tristram Hunt, direttore del Victoria and Albert Museum, Londra
Corte del Forte
L’edificio che il pubblico troverà a Forte Marghera è stato progettato da Rintala Eggertsson per essere utilizzato dagli abitanti di Mestre, oltre che dai visitatori della Biennale Architettura. L’edificio racchiude molto dello spirito del manifesto delle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, sia nel modo in cui gli architetti hanno progettato e realizzato l’edificio sia per come sarà utilizzato durante il periodo di apertura della Biennale.
Sede: Forte Marghera, Mestre
orario di apertura: 12 - 20, dal 23 maggio al 14 novembre 2018 (chiuso il lunedì)