L’artista argentino di origine italiana Libero Badíi arriva a Buenos Aires con la famiglia all’età di undici anni. Negli anni Cinquanta, percorrendo per la prima volta il Sudamerica, incontra le culture indigene che avrebbero avuto un grande impatto sulla sua arte. Badíi non è stato solo scultore, disegnatore, pittore, ceramista e stampatore, ma anche autore di oltre cinquanta libri d’artista. L’Arte Siniestro (arte del perturbante) è emersa a metà degli anni Sessanta come reazione alle avanguardie dell’epoca. Pur essendo stata sviluppata da Badíi e dal pittore argentino Luis Centurión, è stato Badíi a porre il perturbante al centro della propria produzione artistica dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni Settanta. Per Badíi, l’idea del perturbante nell’arte è legata a forme sconosciute – o, forse, prossime a essere conosciute – provenienti dalle culture indigene delle Americhe, a lui familiari e nel contempo sconosciute, in contrapposizione alla tradizione estetica classica europea. Come per altre sue opere di questo periodo, il processo di produzione del policromo Autorretrato Siniestro (1978) prevedeva l’assemblaggio di tavole e aste di legno e la collocazione di ritagli di legno sulla superficie dell’opera. La figura richiama alla mente le culture indigene che tanto avevano colpito l’artista durante il suo viaggio nell’Altipiano sudamericano.
—Sonia Becce