fbpx Biennale Arte 2024 | Intervento di Adriano Pedrosa
La Biennale di Venezia

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Intervento di

Adriano Pedrosa

Curatore della 60. Esposizione Internazionale d’Arte

Stranieri ovunque

Il titolo della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è tratto da una serie di lavori realizzati a partire dal 2004 dal collettivo Claire Fontaine, nato a Parigi e con sede a Palermo. Le opere consistono in sculture al neon di vari colori che riportano in diverse lingue le parole “Stranieri Ovunque”. L’espressione è stata a sua volta presa dal nome di un omonimo collettivo torinese che nei primi anni Duemila combatteva il razzismo e la xenofobia in Italia.

Il contesto in cui si colloca l’opera è un mondo pieno di crisi multiformi che riguardano il movimento e l’esistenza delle persone all’interno di Paesi, nazioni, territori e confini e che riflettono i rischi e le insidie che si celano all’interno della lingua, delle sue possibili traduzioni e della nazionalità, esprimendo differenze e disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dalla libertà e dalla ricchezza. In questo panorama, l’espressione Stranieri Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri.

Nelle più disparate circostanze, gli artisti hanno sempre viaggiato e si sono spostati attraverso città, Paesi e continenti, un fenomeno che a partire dalla fine del XX secolo non ha fatto che crescere (ironia della sorte, proprio in un periodo segnato da crescenti restrizioni rispetto alla dislocazione o allo spostamento degli individui). In occasione della Biennale Arte 2024 si parlerà di artisti che sono essi stessi stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, émigrés, esiliati e rifugiati, in particolare di coloro che si sono spostati tra il Sud e il Nord del mondo.

Stranger / estranho / étranger

La figura dello straniero sarà associata a quella dell’estraneo, dello stranger, dell’estranho, dell’étranger, e pertanto la Mostra si svilupperà e si concentrerà sulle opere di ulteriori soggetti connessi: l’artista queer, che si muove all’interno di diverse sessualità e generi ed è spesso perseguitato o messo al bando; l’artista outsider, che si trova ai margini del mondo dell’arte, proprio come l’autodidatta o il cosiddetto artista folk; e l’artista indigeno, spesso trattato come uno straniero nella propria terra. La produzione di tali artisti sarà il fulcro della Biennale Arte e costituirà il Nucleo Contemporaneo dell’Esposizione. Inoltre, sebbene essi fondino spesso il lavoro sull’esperienza personale, sulla propria vita, le proprie osservazioni e la propria storia, ci sarà anche chi, con accento straniero, si addentrerà in questioni formali. Le loro opere non saranno raggruppate in sezioni specifiche, ma appariranno come motivi disseminati lungo tutto il percorso espositivo.

Modernismi globali

La Mostra presenterà anche un Nucleo Storico, composto da opere del XX secolo provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo. Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti e assumono quindi una rilevanza davvero contemporanea: abbiamo urgente bisogno di imparare di più su e da quei contesti. Lo stesso Modernismo europeo ha viaggiato ben oltre l’Europa nel corso del Novecento, spesso intrecciandosi con il colonialismo, così come molti artisti del Sud globale si sono recati in Europa per esservi esposti. Tuttavia, nel Sud del mondo il Modernismo è stato assimilato, divorato e cannibalizzato, fino ad assumere spesso, attraverso il dialogo con i riferimenti locali e indigeni, figure e forme radicalmente nuove. Inoltre, una sezione speciale del Nucleo Storico sarà dedicata alla diaspora degli artisti italiani nel mondo nel corso del XX secolo. A quegli italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero costruendo le loro vite e carriere professionali in Africa, Asia, America Latina, così come nel resto d’Europa, integrandosi e radicandosi con le culture locali che spesso hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia.

La stessa Biennale Arte, in quanto evento internazionale con numerose partecipazioni ufficiali da parte di diversi Paesi, ha sempre rappresentato una piattaforma per mettere in mostra opere di stranieri provenienti da tutto il mondo. Così, la 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, la Biennale Arte 2024, sarà una celebrazione dello straniero, del lontano, dell’outsider, del queer e dell’indigeno. Speriamo di accoglierli tutti a Venezia nel 2024.

Biennale Arte
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