Il richiamo dei film
“Il cinema necessariamente affascina e
violenta. Così agisce sulle persone. È
qualcosa di assai torbido, che si vede nel
buio, dove si proietta la stessa cosa che nei
sogni. In questo caso, è il luogo comune ad
essere vero”.
Jacques Rivette
“Posso offrirvi solo perplessità”.
Jorge Luis Borges
In un anno nel quale a prevalere nel cinema mondiale sono, ancora una volta, la confusione e l’instabilità, è forse utile tornare ai fondamentali come quelli contenuti nelle citazioni che compongono l’esergo di questa introduzione. La confusione è il frutto dei processi di innovazione e trasformazione che, senza sosta, investono l’intero sistema produttivo e distributivo di un’industria apparentemente in debito d’ossigeno. L’instabilità è invece la conseguenza della perdita dei consueti punti di riferimento che, imprevedibilmente e assai rapidamente, vengono sostituiti da altri, il cui destino sembra comunque quello di non poter resistere troppo a lungo. Il ritorno stentato del pubblico in sala, il predominio delle piattaforme, la moltiplicazione del numero di film annualmente realizzati a scapito della qualità complessiva – mentre su tutto l’apparato produttivo e distributivo incombe l’Intelligenza Artificiale con il suo carico di ansia e preoccupazioni solo parzialmente giustificate – sono elementi sin troppo noti per soffermarcisi ulteriormente.
Ma, poi, alla fine, ciò che conta davvero per noi sono i film che continuano a esercitare un fascino innegabile e un richiamo al quale un numero crescente di giovani spettatori rispondono appassionatamente. Le nuove generazioni di frequentatori di festival (destinati a sostituire la pigrizia degli assidui di un tempo), sono mossi dalla stessa curiosità e attaccamento che avevamo noi quando, alcuni decenni fa, muovevamo alla scoperta dei non molti festival cinematografici alla nostra portata di allora. A dispetto dei molti cantori della morte del cinema e della gran quantità di prodotti (a stento definibili ‘film’) di scarso o nullo interesse, sono molte le opere che testimoniano della inesausta capacità dalla settima arte di alimentare senza sosta il nostro desiderio di cinema. La scoperta di nuovi talenti e la conferma dell’inesauribile creatività dei vecchi maestri vanno a braccetto con la consapevolezza che l’estetica e il linguaggio del cinema contemporaneo hanno da tempo esteso i limiti del rappresentabile, sino a poco tempo fa ritenuti invalicabili.