Cerimonia di consegna
Lunedì 20 ottobre, ore 12.00
Ca’ Giustinian, Venezia
Lunedì 20 ottobre, ore 12.00
Ca’ Giustinian, Venezia
La Biennale di Venezia ha attribuito il Leone d’Oro alla carriera alla compositrice e performer statunitense Meredith Monk, artista multidisciplinare la cui influenza si estende dalla musica d’avanguardia alla classica contemporanea, dall’elettronica sperimentale al jazz al pop, ispirando generazioni di artisti.
Secondo la motivazione, “Il Leone d’Oro della Biennale Musica 2025 va alla compositrice americana Meredith Monk, in riconoscimento dei suoi contributi rivoluzionari alla musica e all’arte della performance. Il suo lavoro si distingue per la multidisciplinarietà dell’approccio e l’uso pionieristico di tecniche vocali estese, che hanno ampliato le potenzialità della voce umana, trasformandola in un veicolo di esplorazione musicale e teatrale senza precedenti. La sua influenza si estende dalla musica d’avanguardia alla classica contemporanea, dall’elettronica sperimentale al jazz e al pop, ispirando generazioni di artisti. La musica di Meredith Monk esiste nello stesso spazio che La Stella Dentro si propone di esplorare: un universo vivo in costante metamorfosi, che non si lascia imbrigliare da categorie storiche, e che appare al tempo stesso arcaico e radicalmente innovativo. Le sue incantazioni senza parole e la capacità di costruire interi mondi sonori a partire dai gesti più semplici danno vita a dialoghi di surreale intimità e vastità."
Nel saggio dedicato a Meredith Monk tratto dal catalogo de La Stella Dentro, Andrea Lissoni coglie con poesia l’aspetto generativo e profondamente interrelazionale dell'opera dell'artista statunitense ponendolo in connessione con il tema della musica cosmica che è al centro di questa edizione della Biennale Musica:
"Per oltre sei decenni Meredith ha costruito un universo intero partendo da ciò che più rischia di restare invisibile, fragile, trascurato: la voce. Non come virtuosismo o linguaggio codificato, ma come materia grezza, elemento in movimento, organismo vivo. Ogni respiro, ogni balbettio, ogni vibrazione diventa fertile: fermenta, riaffiora, si rinnova.
L’unicità della sua voce sta nel fatto che non rappresenta, ma si manifesta: non racconta un’emozione, la vive e la genera; non descrive uno spazio, lo apre; non imita la vita, la innesca.
La voce è sia gesto sia suono, e diventa corpo, un corpo che non recita ma che accade, e si muta in un paesaggio impermanente, un’architettura viva, che incontra il pubblico, lo tocca – fisicamente ed emotivamente – e ricompare.
Questo è lo strumento più radicale della sua arte: la relazione.
Meredith compone ambienti permeabili, in cui il pubblico è assorbito nel corpo espanso della performance. Insieme all’ensemble diventa parte di un organismo più grande. E un’esperienza che tocca e rimane, che sedimenta, che continua a propagarsi come un ripple effect infinito ben oltre la scena. Toccati e trasformati, si porta con sé la traccia di quell’incontro, che diventa memoria, prima individuale, poi collettiva, patrimonio comune."
Nata a New York nel 1942, dopo gli studi al Sarah Lawrence College, Meredith Monk è diventata una figura di spicco della scena sperimentale newyorkese degli anni Sessanta, sviluppando una tecnica vocale estesa e un’estetica interdisciplinare che ha ridefinito la performance contemporanea. Fondatrice di The House (1968) e del Meredith Monk & Vocal Ensemble (1978), ha creato opere che fondono musica, teatro, danza e cinema, spingendo oltre i confini delle arti. Tra i suoi lavori più significativi figurano Dolmen Music (1981), che ha segnato un punto di svolta nella musica vocale, e Atlas (1991), un’opera lirica su larga scala commissionata dalla Houston Grand Opera. Un altro lavoro visionario è Vessel: an opera epic (1971), per un ensemble di 75 voci, organo elettronico, dulcimer e fisarmonica, consolidando la reputazione di Monk come pioniera nell’arte interdisciplinare. Il suo ciclo Songs of Ascension (2008) rappresenta una delle vette della sua ricerca musicale, unendo voce, architettura sonora e spiritualità in una composizione che esplora l’elevazione in musica. L’opera, concepita per una torre a otto piani progettata dall’artista visiva Ann Hamilton, unisce quartetto d’archi, strumenti a fiato, percussioni e coro.
A Venezia Meredith Monk era stata invitata alla Biennale Teatro e Musica del 1975 e del 1976, le celebri edizioni dirette da Luca Ronconi, con Education of the Girlchild: an opera e Quarry: an opera in three movements, due dei lavori che l’hanno imposta al mondo intero.
Meredith Monk (1942, New York) è una compositrice, cantante, autrice di nuove opere e lavori di teatro musicale, film e installazioni. Riconosciuta come una delle artiste più uniche e influenti del nostro tempo, è una pioniera di quella che oggi viene chiamata “tecnica vocale estesa” e “performance interdisciplinare”. La sua ricerca innovativa della voce come strumento, come linguaggio espressivo in sé, espande i confini della composizione musicale, creando paesaggi sonori che portano alla luce sentimenti, energie e ricordi per i quali non ci sono parole. Negli ultimi sessant’anni Monk ha ricevuto numerosi premi e onorificenze: una borsa di studio MacArthur, la nomina a Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese, l’inserimento nell’Accademia Americana delle Arti e delle Lettere, Dorothy e Lillian Gish, la Medaglia Nazionale delle Arti.
Nel 1965 la Monk ha iniziato la sua innovativa esplorazione della voce come strumento poliedrico, componendo brani per voce non accompagnata e per voce e tastiera. Nel 1978 ha fondato il Meredith Monk & Vocal Ensemble. Oltre alle sue numerose opere vocali, la Monk ha creato un nuovo repertorio per orchestra, ensemble da camera e strumenti solisti, con recenti commissioni della San Francisco Symphony e della Carnegie Hall, dove ha ricoperto la cattedra di compositrice 2014-15 Richard e Barbara Debs. Dal 1981 registra con l’etichetta ECM New Series che ha recentemente pubblicato Meredith Monk: The Recordings un cofanetto di 13 dischi in occasione del suo ottantesimo compleanno. La sua musica si può ascoltare anche in film di registi come Terrence Malick, Jean-Luc Godard, David Byrne e i fratelli Coen. Alcune partiture del suo lavoro sono disponibili presso Boosey & Hawkes.
Dall’autunno 2023 alla primavera 2024, Meredith Monk. Calling, la sua prima mostra retrospettiva europea, è stata realizzata in collaborazione tra la Oude Kerk Amsterdam, la Hartwig Art Foundation e la Haus der Kunst München. Meredith Monk sta attualmente celebrando la sua sessantesima stagione di performance, iniziata con il tutto esaurito al Park Avenue Armory per il suo ultimo lavoro, Indra’s Net, terza parte di una trilogia che esplora il nostro rapporto con il mondo naturale. L’artista prosegue con una serie di eventi a New York City fino a maggio 2025.