Il gruppo di arpilleras esposto alla Biennale fa parte di una vasta collezione di oltre duecento opere donate al Museo del Barrio di New York. Anche se la loro provenienza rimane incerta, i tessuti sono stati probabilmente acquistati dai rispettivi donatori durante le vendite di solidarietà degli anni Ottanta, dal momento che questa era la modalità principale attraverso la quale il pubblico statunitense veniva a conoscenza delle arpilleras in quel periodo. Presenti anche a livello internazionale nelle case degli esuli latinoamericani, la loro influenza continua a riverberare anche ai nostri giorni nelle opere di artiste più giovani, come Carolina Caycedo e Maria Guzmán Capron. Presentate un anno dopo il cinquantesimo anniversario del colpo di Stato e nel bel mezzo dell’incertezza politica che regna in Cile, le arpilleras ci ricordano le continue lotte per il cambiamento istituzionale in atto nella nazione sudamericana, ancora governata dalla costituzione imposta dal regime di Pinochet. Il sole splendente presente in ogni arpillera, tuttavia, rappresenta un segno di speranza nei confronti del cambiamento.
È la prima volta che le artiste ignote arpilleras vengono presentate alla Biennale Arte.
—Rodrigo Moura