fbpx Biennale Danza 2022 | La grande danza sul grande schermo: da Eric Gauthier a Wong Kar-wai
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La grande danza sul grande schermo: da Eric Gauthier a Wong Kar-wai
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La grande danza sul grande schermo: da Eric Gauthier a Wong Kar-wai

Lunedì 25 luglio al Teatro Piccolo Arsenale, dalle ore 11.00 fino alle 23.30.

Rassegna film danza

Dance film screenings. A day of films featuring our festival artists è il titolo di un ciclo di proiezioni video-cinematografiche che si svolgerà in una giornata non stop lunedì 25 luglio, nell’ambito del 16. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia. A partire dalle ore 11.00 e fino alle ore 23.30 il Teatro Piccolo Arsenale ospiterà una selezione di film senza confini di e con i coreografi protagonisti della Biennale Danza: Blanca Li, Eric Gauthier, Diego Tortelli, Humanhood, Marrugeku, Saburo Teshigawara, Kyle Abraham, Wayne McGregor.

Il programma

Tredici i titoli selezionati dal direttore Wayne McGregor. Si comincia con Eric Gauthier, direttore della Gauthier Dance/Dance Company TheaterHaus Stuttgart. Alle ore 11.00 saranno proiettati l’episodio pilota della serie documentaria Dance Around the World – Tel Aviv, che vede Eric Gauthier nei panni d’intervistatore di coreografi protagonisti della scena internazionale, e The Dying Swans Project, un progetto sviluppato durante il lockdown che ha coinvolto 64 artisti tra danza, musica e cinema.

Sul Leone d’Oro del Festival, il documentario con la regia di Francesca Pedroni paesaggio musica danza Saburo Teshigawara/Francesco Tristano, testimonianza dell’incontro tra Saburo Teshigawara e la danzatrice Rihoko Sato con il pianista Francesco Tristano (ore 13.15). Seguono due film di A.I.M by Kayle Abraham: If we were a love song, riflessione danzata e intima sui diversi modi di amare con le musiche di Nina Simone, e Inside the Pillow Lab, testimonianza sulla residenza artistica al Pillow Lab di Princeton e del processo creativo ivi intrapreso da Abraham (ore 13.45).

Due sono i titoli che vedono protagonista Diego Tortelli (ore 14.45). Presentati sul grande schermo, si tratta dei film Hole in Space (2021), dall’omonimo spettacolo ispirato al “buco nello spazio” tra New York e Los Angeles creato via satellite dagli artisti Kit Galloway e Sherrie Rabinowitz nel 1980, e di ID-Body, un lavoro che guarda al corpo come macchina in una sorta di Tetris umano. Toccherà poi a Blanca Li con Elektro Mathematrix (15.30), il film tratto dallo spettacolo ElektroKif, un musical urbano che racconta le avventure di un gruppo di studenti liceali appassionati di electro dance. Poi è la volta di Burning Daylight (17.00): il progetto diretto da Warwick Thornton e scritto in collaborazione con Rachael Swain della compagnia australiana Marrugeku riprende una performance a tarda notte, fuori da un pub, per raccontare l’attrito, l’umorismo e la collisione culturale di Broome, città considerata il Bronx australiano.

Wayne McGregor è protagonista del film documentario Imagine…Wayne McGregor: Dancing on the Edge di Alan Yentob (ore 18.00); alla proiezione seguirà una conversazione tra il coreografo, Direttore della Biennale Danza, e il presentatore della BBC.

La compagnia britannica Humanhood di Júlia Robert & Rudi Cole mostra sul grande schermo la prima mondiale di We, Humanhood, un film che è viaggio nel genere di cui sono fondatori, la Dance Theatre Meditation, e Infinity, l’esperienza immersiva tratta da ∞ {Infinite}, lo stesso spettacolo in programma al Festival (ore 20.15).

Conclude la rassegna il film di un maestro dei nostri giorni dallo stile inconfondibile: Happy Together (ore 21.45) di Wong Kar-wai, delicatissimo e malinconico poeta dei sentimenti, che qui muove la sua macchina da presa al ritmo di un tango, “coreografando” per immagini, silenzi, sguardi, suoni, luci, dettagli una storia d’amore tanto impervia quanto desiderata di una coppia gay, tra Hong Hong e Buenos Aires. Con una bellissima colonna sonora che spazia dai Turtles ad Astor Piazzolla e Caetano Veloso. Sullo sfondo di un senso impalpabile di lontananza e di esilio, realizzato com’è in quel 1997 in cui Hong Kong smette di essere colonia britannica per passare alla Cina.