fbpx La scomparsa di Frank O. Gehry
La Biennale di Venezia

Your are here

La scomparsa di Frank O. Gehry
La Biennale -

La scomparsa di Frank O. Gehry

Leone d’Oro alla carriera della Biennale Architettura 2008.

La scomparsa di Frank O. Gehry

Il Presidente, il Direttore Generale, la Responsabile dell’Archivio Storico, il Consiglio di Amministrazione e La Biennale di Venezia tutta ricordano con profonda stima e sincero affetto Frank O. Gehry (28 febbraio 1929, Toronto, Canada – 5 dicembre 2025, Santa Monica, California), maestro indiscusso dell’architettura contemporanea e figura rivoluzionaria che ha segnato in modo indelebile la cultura del progetto a livello internazionale.

Nel 2008, su proposta del Direttore del Settore Architettura Aaron Betsky, gli venne conferito il Leone d’Oro alla carriera, riconoscimento che celebrava non solo l’eccezionale qualità delle sue opere, ma anche la potenza visionaria di un pensiero capace di ispirare generazioni di architetti, artisti e cittadini.

Alla sua famiglia, ai suoi collaboratori e a tutti coloro che hanno trovato nella sua opera una fonte inesauribile di meraviglia e ispirazione, La Biennale di Venezia esprime il più sentito cordoglio.

La vita di Gehry, contraddistinta da una creatività inesauribile, da un’ironia lucida e da una rara sensibilità umana, ha ridefinito il rapporto tra forma, spazio e materia, trasformando in modo radicale il modo in cui il mondo percepisce l’architettura e il suo potere evocativo. Ha portato ovunque la cultura dell’avanguardia artistica della West Coast, con i suoi sogni, i suoi eccessi, le sue ribellioni e le sue ombre, traducendone lo spirito in un linguaggio architettonico libero e profondamente innovativo.

Il legame tra Gehry e La Biennale di Venezia risale al 1980, quando, invitato da Paolo Portoghesi alla 1. Mostra Internazionale di Architettura, partecipò alla celebre Strada Novissima, contribuendo a uno dei momenti fondativi del dibattito postmoderno. Già allora la sua voce si distingueva per indipendenza, audacia e capacità di sfidare le convenzioni, aprendo nuovi immaginari e confermando una vocazione sperimentale che avrebbe accompagnato tutta la sua carriera.

Tra i numerosi premi internazionali ricevuti nel corso della sua attività, spicca il Pritzker Architecture Prize, assegnatogli nel 1989, la massima onorificenza mondiale nel campo dell’architettura, che ne consacrò il ruolo di innovatore e figura centrale nel panorama contemporaneo.

Tra i suoi progetti di culto, che hanno ridefinito l’identità di intere città giocando costantemente tra stabilità e squilibrio, si ricordano il Guggenheim Museum di Bilbaomanifesto del decostruttivismo e simbolo di trasformazione urbana; la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, con le sue superfici metalliche fluide e dinamiche; la Fondation Louis Vuitton di Parigi, che dispiega leggere vele di vetro nel Bois de Boulogne. A Praga, la Casa Danzante segna un capitolo fondamentale del suo dialogo con il contesto storico: un’onda che attraversa l’intera facciata e, nell’angolo, due torri — una piena, “Ginger”, e una vetrata, “Fred” — che compiono un passo di danza sulle sponde del fiume Moldava instaurando un rapporto critico e poetico tra memoria e contemporaneità.

La sua eredità continuerà a vivere nelle città che ha trasformato, nei musei che ha animato e nel coraggio che ha trasmesso a chi crede che l’architettura possa ancora sorprenderci.