“Radicalità ed empatia”. Con queste parole Willem Dafoe definisce la carriera della Lardi.
“Attrice dalla cifra sempre intensa, disponibile a mettersi in gioco, aderendo a piani registici di diversa prospettiva – recita la motivazione – Ursina Lardi sta connotando in chiave sempre più autoriale la propria creatività d’attrice. In tutti i personaggi che ha affrontato [...] Ursina Lardi ha avuto l’infinita grazia e la dolorosa consapevolezza di connotare con grande umanità ogni singola battuta, ogni sfumatura di testi, siano classici o contemporanei. Il suo stare in scena dà al suo corpo la forza di diventare non solo meccanismo teatrale assoluto, ma anche testimonianza e forse sfida, corpo politico per eccellenza. Nella collaborazione con il regista Milo Rau, in particolare, Ursina Lardi ha saputo rendere collettivo il proprio racconto individuale, assumendo su di sé, con dignità e lucidità, le contraddizioni dell’occidente borghese e capitalista, quasi che l’attrice sia, ancora e sempre, incarnazione del proprio tempo. Nella tenerezza di un sorriso o nel terrore amaro di uno sguardo, Ursina Lardi incarna le mille sfumature di un’epoca giunta al disperato tracollo e svela – al tempo stesso – le possibilità di una resistenza non solo artistica, ma politica e umana. Per questo, e per l’impegno con cui, sicuramente, affronterà il tempo a venire, facendo del teatro lo specchio critico della civiltà, Ursina Lardi è destinataria del Leone d’Argento della Biennale Teatro 2025”.
Ursina Lardi sarà in scena in prima italiana per il 53. Festival Internazionale del Teatro giovedì 12 giugno e, in replica, venerdì 13 giugno con Die Seherin (La veggente), di cui è autrice insieme a Milo Rau.
Nota: a seguire talk moderato da Maddalena Giovannelli.