Margherissima propone una visione di ampio respiro basata su un grande appezzamento di terre contaminate noto come “I Pili”. Il progetto fonde il vocabolario dell’architettura veneziana con quello del suo passato industriale, per dar vita a un’aggiunta moderna alla laguna. Margherissima immagina un quartiere vivace a stretto contatto con le sagome svettanti dell’industria pesante ai margini della laguna veneziana. L’installazione presenta un modello informale, che trasforma questo ampio hinterland industriale in un nuovo quartiere per futuri cittadini di un mondo attento alle questioni climatiche. Nella municipalità veneziana di Marghera è in corso una graduale trasformazione, in risposta al cambiamento climatico e sociale. Sede di fabbriche chimiche, raffinerie e di un porto industriale, essa si trova all’interno del fragile ecosistema salmastro della laguna di Venezia: è dunque un’area che subisce la pressione sia dell’innalzamento del livello del mare che dello spopolamento del centro storico di Venezia. Nell’ambito degli sforzi per deindustrializzare Marghera, Margherissima è una proposta speculativa per un nuovo pezzo di smart city che promuove il vivere in collettività. Il progetto articola una visione per I Pili che non è né un’utopia né un sobborgo, ma piuttosto una provocazione, dimostrando come si possa costruire una città intorno ai suoi abitanti.
Margherissima
Nigel Coates, Architectural Association, Guan Lee (Grymsdyke Farm), John Maybury, Michael Keverne, Jan Bunge