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Biennale College Musica - Experimental Performance

Produzione:CIMM – Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia
Performer:Daniele Carcassi, Agita Reķe, X. Lee

Daniele Carcassi

Nella prima performance, Zero, l’italiano Daniele Carcassi utilizza materiali elettronici, elementi vocali, elaborazione digitale e paesaggi sonori “per la costruzione di un mondo nuovo”. Così Carcassi spiega la scelta di un numero come titolo per il proprio pezzo: “Il numero è l’essenza di tutte le cose. Tutte le cose sono identificabili e descrivibili in maniera oggettiva, universale, valida per tutti in base a dati quantitativi, grazie cioè ai numeri. Ma quando questi iniziano a sfaldarsi e ricomporsi il loro significato diventa ignoto”.

Agita Reķe

Per la seconda performance, B-Network, la lituana Agita Reke dichiara di essersi ispirata alla conoscenza derivante dalla meditazione Yoga Nidra e alla sua relazione con il corpo umano. “Lo Yoga Nidra o sonno yogico è uno stato di coscienza a metà tra la veglia e il sonno”, spiega. Per quanto riguarda la performance, essa “include le mie sensazioni soggettive riguardo ai cinque corpi attraversati dallo Yoga Nidra. Attraverso questa performance la mia intenzione è presentare diversi stati emotivi e fisici. Come parole chiave indicherei: corpo fisico; rete energetica; struttura umana; consapevolezza delle sensazioni; esperienza extracorporea; vibrazioni; freddo o calore; pesantezza o leggerezza; piacere e dolore; totale assenza di piacere e dolore”. Per creare la giusta atmosfera, Reke usa live electronics, sintetizzatori, oggetti rumorosi, campioni vocali ed effetti di flauto dal vivo e registrati.

X. LEE

RADIOMANCER è un DJ set sperimentale al giradischi che utilizza i tipici elementi di una consolle per DJ per manipolare ed assemblare un’esperienza concertistica. È anche inteso come un’esplorazione del rituale sottostante a una performance da DJ, ovvero la pratica di concentrare l’energia e di guidare gli ascoltatori attraverso il tempo. Nelle parole di X. Lee: “C’è una particolare ‘presenza’ che si stabili- sce guardando un performer che crea suoni attraverso tecniche tattili da DJ (lo scratch, il mixaggio, il beat juggling...). Insieme alle luci e alla messa in scena, tale performance genera uno spazio di- stante dalle nostre realtà quotidiane – scivola in una dimensione di straniamento”. Coerentemente con il tema della Biennale Musica 2021, la voce umana, X. Lee utilizza come materiali sonori di partenza registrazioni radiofoniche di “voci” digitali, interferenze radio, e i campi elettromagnetici che ci circondano costantemente in città.


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