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Paul Schrader Leone d’Oro alla carriera
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Paul Schrader Leone d’Oro alla carriera

Il riconoscimento al regista e sceneggiatore statunitense viene consegnato sabato 3 settembre in Sala Grande; a seguire, proiezione di Master Gardener (Fuori Concorso).

Leone d’Oro alla carriera

È stato attribuito a Paul Schrader, regista (Il collezionista di carte, First Reformed, Il bacio della pantera, American Gigolo) e sceneggiatore (Toro scatenato, Taxi Driver, Complesso di colpa, Yakuza) statunitense, il Leone d’Oro alla carriera della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2022).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia, che ha fatto propria la proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.

Dichiarazione di Paul Schrader

“Sono profondamente onorato – ha dichiarato Paul Schrader, nell'accettare la proposta – Venezia è il mio Leone del cuore”.

Dichiarazione di Alberto Barbera

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore Alberto Barbera ha dichiarato, “Schrader è una figura centrale della New Hollywood che ha rivoluzionato l’immaginario, l’estetica e il linguaggio del cinema americano a partire dai tardi anni Sessanta. Non è un’esagerazione affermare che si tratta di uno dei più importanti autori americani della sua generazione, un cineasta profondamente influenzato dal cinema e dalla cultura europea, uno sceneggiatore ostinatamente indipendente, ma capace di lavorare su committenza e di muoversi con disinvoltura nel sistema hollywoodiano. L’audace stilizzazione visiva che informa tutte le sue opere, le colloca tra le forme più moderne di un cinema non riconciliato e sottilmente indagatore della contemporaneità. Una contemporaneità con cui Schrader si confronta non solo con curiosità intellettuale e umana instancabile, ma anche con una sorprendente capacità di navigare l’evoluzione tecnologica del cinema e quella del suo sistema produttivo e distributivo. Grazie a questa spericolatezza - che non molti autori del suo livello osano, nella fase matura della loro opera - Schrader non solo continua a lavorare, ma ci ha dato alcuni dei suoi film più belli proprio negli ultimi anni”.

Dichiarazione di Roberto Cicutto

Il Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, ha aggiunto: “La 79. Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia porta con sé un compleanno molto importante. Era il 1932 quando, sulla terrazza dell’hotel Excelsior, si tenne la prima edizione del più antico festival cinematografico del mondo. Quindi quest’anno la Mostra compie 90 anni. I fatti della storia gliene hanno tolti 11 se si conta il numero di edizioni realizzate. Ma questo anniversario è un dono in più, che la Mostra fa al Leone d’Oro Paul Schrader, poliedrico autore di cinema“.

Laudatio a Paul Schrader
di Sigourney Weaver

Buona sera a tutti voi.

Buona sera Venezia , patria del cinema di tutto il mondo. Sono molto onorata di essere qui con voi.

Stasera ho il bellissimo compito di annunciare il Leone d'Oro a Paul Schrader per il suo incredibile lavoro di una vita. Paul è molto di più dell'elenco dei film che ci ha regalato. Richard Brody del New Yorker ha scritto che Paul è “uno dei creatori fondamentali del cinema moderno”. Io posso confermarlo, avendo appena lavorato con il Maestro insieme a Joel Edgerton e Quintessa Swindell in “The Master Gardener”. Sono state riprese spartane. 20 giorni. Senza fronzoli. Senza straordinari. Con set ridotti al minimo. Con un'illuminazione minima. Senza rete… per scelta di Paul. Anche la sceneggiatura è ridotta all’essenziale. Ma, insomma, il ragazzo sa scrivere...

Ora c'è un'urgenza nel cinema di Paul, come se facesse una corsa contro il tempo per far uscire fuori queste storie, per far sentire la sua voce. Non conoscevo Paul personalmente, ma sono sempre stata consapevole del suo faro. Da cinquant'anni è un faro di ciò che è possibile nel cinema americano.

Arrivato tardi al cinema, Schrader si è innamorato del cinema come critico, in particolare del cinema europeo degli anni Sessanta. Nel 1972 ha scritto un libro fondamentale sulla spiritualità e il cinema, "Transcendental Style in Film" e due anni dopo ha iniziato la sua carriera come sceneggiatore e poi come regista.

I suoi film sono molto diversi: realismo sociale, horror, satira, biografia, adattamenti letterari, ma sempre anticonformisti, originali e intellettuali. Nel corso degli anni Paul ha creato una serie di studi su personaggi chiamati "Lonely Man" o "Man in the Room", su figure di uomini che si sono auto-isolati e definiti superficialmente con la loro professione: taxista, gigolò, spacciatore di droga, arrampicatore sociale, reverendo, giocatore di carte e, stasera, giardiniere. Questi uomini siedono nelle loro stanze, scrivono i loro pensieri, vanno da un posto a un altro, in attesa che arrivi un cambiamento.

Se pensate che questa sembri più la carriera di un regista europeo, avete ragione. Per cinquant'anni, Paul Schrader ha scritto su commissione, ha lavorato senza sovvenzioni e ha sviluppato i propri progetti. Ha lavorato all'interno del sistema. Quando il sistema è cambiato, ha lavorato fuori da esso, diventando nel frattempo un faro per i giovani cineasti americani. È possibile ritagliarsi una carriera personale nel cinema commerciale, è possibile servire Dio e mammona, è possibile lavorare sia intellettualmente che emotivamente, è possibile far sì che la propria visione venga realizzata e vista.

Grazie Paul per essere un faro.

Note biografiche

Il regista e sceneggiatore Paul Joseph Schrader è nato nel 1946 a Grand Rapids, Michigan (Usa). Ha scritto e diretto più di trenta film. Si è laureato al Calvin College, in seguito ha conseguito un master alla UCLA Film School di Los Angeles e si è iscritto poi all’American Film Institute.

Dopo gli inizi come critico cinematografico con un libro ancora adesso studiato (Transcendental Style in Film: Ozu, Bresson, Dreyer), Schrader si è imposto nel mondo del cinema con le sue sceneggiature innovative, lasciando un segno indelebile nei film di registi quali Sidney Pollack (Yakuza, 1974) e Brian De Palma (Complesso di colpa, 1976), e collaborando per quattro volte con Martin Scorsese: Taxi Driver – film vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes del 1976 e nominato all’Oscar come miglior film – Toro scatenato (1980), L’ultima tentazione di Cristo (1988) – presentato nel 1988 alla Mostra di Venezia – e Al di là della vita (1999).

Senza rinunciare alla sua attività di sceneggiatore, il suo debutto dietro la cinepresa con Blue Collar (Tuta blu, 1978) – con Richard Pryor e Harvey Keitel, basato su una sceneggiatura scritta con il fratello Leonard, su un gruppo di operai che tentano di uscire dalla loro condizione socio-economica attraverso il furto e il ricatto – ha inaugurato la sua carriera di regista in continua tensione fra ricerca e sperimentazione. Sempre nel 1978 Schrader ha scritto e diretto una sorta di libera autobiografia, Hardcore con George C. Scott, seguita dall’acclamato noir American Gigolo (1980), con Richard Gere, e dal remake horror ottimamente accolto dalla critica Il bacio della pantera  (1982), con Nastassja Kinski e Malcolm McDowell.

Il dramma biografico Mishima. Una vita in quattro capitoli (1985), ispirato allo scrittore giapponese Yukio Mishima, intreccia episodi dalla vita di Mishima estrapolando segmenti dei suoi libri. Mishima, che ha avuto Francis Ford Coppola e George Lucas produttori esecutivi, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes. Le opere di Schrader negli anni ’90 includono Cortesie per gli ospiti (1990), da un romanzo di Ian McEwan adattato da Harold Pinter, e Lo spacciatore (1992), storia di un piccolo criminale che tenta di tornare a una vita normale. Nel 2005 Schrader ha descritto Lo spacciatore come il suo film “più personale”. Nel 1998, Schrader ha scritto e diretto Affliction, molto acclamato dalla critica. Il film racconta la storia di un poliziorro (Nick Nolte) di una piccola città, ossessionato dalla risoluzione del mistero di un incidente mortale di caccia. La sceneggiatura di Schrader si è basata sul romanzo di Russell Banks. Il film ha ottenuto molti riconoscimenti, incluse due nomination all’Oscar per gli attori (Nolte e James Coburn).

Nel 2019, Schrader è stato nominato all’Oscar per la migliore sceneggiatura per il thriller drammatico First Reformed, con Ethan Hawke e Amanda Seyfried, che Schrader ha anche diretto, presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia 2017 e accolto da grande consenso critico. Nel 2021, Schrader ha scritto e diretto il dramma criminale Il collezionista di carte, con Oscar Isaac e Tiffany Haddish, anch’esso presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia nel 2021, molto lodato dalla critica.