Commissario: Blendi Gonxhja, Ministro dell'Economia, Cultura e Innovazione
Curatore: Anneke Abhelakh
Espositori: 51N4E; Aires Mateus e Associados; Álvaro Siza; Andrea Caputo; Anupama Kundoo Architects; Archea Associati; Archi-Tectonics; arquitectura G; Barozzi Veiga; baukuh; Benedetta Tagliabue – EMBT Architects; BIG; Bofill Taller de Arquitectura; BOLLES+WILSON; Camilo Rebelo; Casanova+Hernandez; CEBRA; Christian Kerez; CHYBIK + KRISTOF; CITYFÖRSTER; Coldefy; Davide Macullo Architects; DILLER SCOFIDIO + RENFRO; EAA Emre Arolat Architecture; Eduardo Souto De Moura; Elemental Architecture; Ensamble Studio; Estudi d’arquitectura Toni Gironès Saderra; GG-loop; Herzog & de Meuron; Kengo Kuma & Associates; KUEHN MALVEZZI; Lina Ghotmeh— Architecture; Luca Dini Design & Architecture; Mario Cucinella Architects; MASS STUDIES; MVRDV; NOA; Nuno Melo Sousa; OFFICE KGDVS; OMA; OODA; Oppenheim Architecture; RCR Arquitectes; Sam Chermayeff Office; SelgasCano; Shigeru Ban Architects + Jean de Gastines; Stefano Boeri Architetti; Steven Holl Architects; Studio Fuksas; Studio Gang; Studio Precht; Taller Hector Barroso; Toyo Ito & Associates, Architects
Albania
Building Architecture Culture
Album
Descrizione
Dopo la caduta della dittatura nel 1992, il paese ha vissuto una rottura col passato: i cittadini si sono ribellati contro gli spazi pubblici e gli edifici del regime. Edi Rama, sindaco di Tirana dal 2000 al 2011 e oggi primo ministro, ha descritto questa riappropriazione come una riconquista dell’individualismo, un trauma culturale dopo decenni di privazione della libertà e della proprietà privata. Trent’anni dopo, l’Albania continua la sua trasformazione, con l’architettura alla guida. Gli architetti albanesi godono di una preziosa libertà creativa, da bilanciare tra autonomia creativa, pressioni economiche e bene comune in una nazione la cui natura merita ancora di essere protetta. Building Architecture Culture è uno spazio di trasformazione temporaneo, di indagine sul ruolo dell’architettura nella società, capace di dare vita a un dialogo che continuerà oltre la Biennale, plasmando la trasformazione dell’Albania.