Yvonne Farrell e Shelley McNamara
Il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, ha incontrato il 7 giugno 2017 la stampa a Ca’ Giustinian per presentare Yvonne Farrell e Shelley McNamara, Curatrici della 16. Mostra Internazionale di Architettura che si svolgerà dal 26 maggio al 25 novembre 2018 (vernice 24 e 25 maggio) ai Giardini e all’Arsenale e in vari luoghi di Venezia.
Yvonne Farrell e Shelley McNamara hanno intitolato la 16. Mostra Internazionale di Architettura Freespace e hanno motivato la loro scelta con le seguenti parole:
«Freespace rappresenta la generosità di spirito e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, concentrando l’attenzione sulla qualità stessa dello spazio.
Freespace si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo.
Freespace celebra l’abilità dell’architettura di trovare una nuova e inattesa generosità in ogni progetto, anche nelle condizioni più private, difensive, esclusive o commercialmente limitate.
Freespace dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come quello della luce – la luce del sole, quella lunare, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali.
Freespace invita a riesaminare il nostro modo di pensare, stimolando nuovi modi di vedere il mondo e di inventare soluzioni in cui l’architettura provvede al benessere e alla dignità di ogni abitante di questo fragile pianeta.
Freespace può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per utilizzi non ancora definiti. Tra le persone e gli edifici avviene uno scambio, anche se non intenzionale o non progettato, pertanto anche molto tempo dopo l’uscita di scena dell’architetto gli edifici stessi trovano nuove modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo. L’architettura ha una vita attiva e al contempo passiva.
Freespace abbraccia la libertà di immaginare lo spazio libero di tempo e memoria, collegando passato, presente e futuro, costruendo sulle stratificazioni della nostra eredità culturale, legando l’arcaico e il contemporaneo.