Born in a Camp raccoglie lettere, memorie, storie, scritti e poesie di profughi rohingya che, dai campi, raccontano al mondo le storie della loro comunità. L’installazione viaggia in tutto il mondo, trovando temporaneamente “rifugio” in un luogo prima di spostarsi in un altro, mostrando come chiunque possa “ricostruirsi con forza” e trovare la spinta per andare oltre, come si possa fare di meglio, anche dopo che è successo il peggio. L’installazione continuerà il suo viaggio fino a quando non troverà un buon luogo per restare.
Born in a Camp
Rizvi Hassan, Khwaja Fatmi, Alice Cochrane