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“Anteguerra / Things to come”: il terzo numero della rinata rivista La Biennale di Venezia
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“Anteguerra / Things to come”: il terzo numero della rinata rivista La Biennale di Venezia

Prossima presentazione: Verbania (25 maggio).

Anteguerra / Things to come
n. 2 / 2025

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Anteguerra / Things to come

Anteguerra / Things to come è il titolo del numero 2/2025 della storica Rivista edita dalla Biennale di Venezia, tornata a nuova vita dopo cinquantatré anni di silenzio editoriale. Il nuovo numero è stata presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino, giovedì 16 maggio, presso lo stand T143 del Padiglione Oval. A introdurre la pubblicazione sarà il Direttore editoriale della Rivista, Debora Rossi, affiancata dalla redazione. In questa occasione, i visitatori potranno scoprire anche tutte le novità del catalogo Edizioni La Biennale di Venezia.

La prossima presentazione sarà a Verbania: domenica 25 maggio, alle ore 15, il Direttore Luigi Mascheroni e il giornalista Gianluca Veneziani presenteranno il nuovo numero presso Villa Giulia (Corso Zanitello 10). Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Pensata e realizzata esclusivamente in formato cartaceo, la rivista si distingue per un ricco apparato iconografico, in gran parte tratto dall’Archivio Storico della Biennale e da ricerche fotografiche condotte a livello nazionale e internazionale. Pubblicata con cadenza trimestrale, ogni numero è dedicato a un tema monografico, ponendo in dialogo le discipline che caratterizzano La Biennale di Venezia — arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema — insieme a incursioni nel campo delle scienze e della letteratura.

Ogni numero accoglie interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi, firmati da artisti, studiosi e figure di rilievo del panorama culturale e della società civile, sia italiana che internazionale. Molteplicità di linguaggi e libertà espressiva caratterizzano la Rivista, che affida ampio spazio alla sperimentazione grafica e alle contaminazioni tra forme e codici diversi.

I contributi del nuovo numero 2/25 sono di Christine Macel, Germaine Acogny, Roberto Cremascoli, Gianni Forte, Mazen Khaled, Luigi Gallo, Luca Francesconi, Antonio Marras, Darco Pellos e Wael Shawky, Josep Oriol Esteve, Claudio Magris, Robert Jan van Pelt, Mizue Hasegawa, Annarita Colombo, Jon Padfield, Javier Cercas, Gohar Dashti, Balakrishnan Rajagopal, Anita Likmeta, Valentina Tanni, Silvano Tagliagambe, Felix Azhimov, Giovanni Caprara, Cinzia Zuffada, Pier Luigi Sacco, Matt Leacock, Krystian Lupa, Stefania Vitulli, Alexander Sokurov, Denis Brotto, Mark Salvatus.

La copertina è illustrata con un’opera di Mino Maccari: si tratta dell’immagine del pannello di scena con volto riflesso per la parata finale dell’opera “Commedia sul Ponte” di Bohuslav Martinů alla Biennale Musica 1951 (tempera su compensato).

Il numero è illustrato con le fotografie provenienti da: Archivio Storico della Biennale; Fototeca Cinema; Sfeir-Semler Gallery; Lisson Gallery; Lia Rumma; Barakat Contemporary; Museo Nacional del Prado; Scala, Firenze; New Picture Library; Summerfield Press; Carlo Valsecchi; Collezione Maramotti; Elvert Bañares; National Commission for Culture and the Arts NCCA – Philippine Arts in Venice PAVB. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Stefano Graziani, Junpei Katayama e Jon Padfield, Carlo Valsecchi, Gohar Dashti, Luca Capuano, Lorenzo Pesce, Gabrielle Traversat, Toni Fabris, Joan Fontcuberta, Jason Larkin, Masahisa Fukase.

La redazione

Direttore editoriale della Rivista è Debora Rossi. La direzione è affidata a Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore. La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale. Il progetto grafico è a cura di Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.

La distribuzione

La rivista, in vendita nello store online della Biennale e nelle principali librerie, sarà presentata in vari luoghi e manifestazioni in Italia e all’estero.

Nota storica

La rivista della Biennale di Venezia 1950-1971 
In considerazione del grande successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, la prima dopo la Seconda guerra mondiale, già nei primi mesi del 1950 l’Ente decise di pubblicare una rivista con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione delle sue manifestazioni. L’idea era dar vita a una rivista trimestrale intitolata ‘La Biennale di Venezia’. L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche con tavole a colori che nel tempo andarono aumentando. Titolo di inizio è: “La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda”. Il numero di lancio parte nel luglio 1950 ed è costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. Casa editrice: Vittorio Alfieri, Firenze; Stamperia: Carlo Ferrari, Venezia. Il Comitato di redazione è costituto dal Presidente dell’Ente Giovanni Ponti, dal Segretario generale Rodolfo Pallucchini, il direttore responsabile della rivista è Elio Zorzi (capo ufficio stampa) che si avvale dei seguenti collaboratoriUmbro Apollonio (responsabile ASAC), Antonio Petrucci, Giovanni Piccini, Adolfo Zajotti, Ferdinando Ballo. 

Seconda fase della rivista 1960-1971 
Il numero doppio 36/37 luglio-dicembre 1959 è l’ultimo di una fase di transizione. Pallucchini aveva lasciato l’incarico alla Biennale nel 1957 e al suo posto era arrivato Gian Alberto Dall’Acqua. La direzione della rivista viene presa in mano da Apollonio, con nomina ufficiale nel ruolo dal 1958, che lavora da subito in grande sintonia con Vladimiro Dorigo. L’orientamento meno accademico impostato da Apollonio tende a dare spazio alle istanze dell’arte delle nuove generazioni, ad aggiornare ulteriormente l’aspetto del periodico in chiave meno patinata. Il cambio di passo si nota bene dal numero 40 del luglio-settembre 1960: viene cambiato nuovamente il font, aumentano i contributi di carattere critico, le immagini sono per lo più in bianco e nero. La rinnovata linea vuole dare “ampio margine ai dibattiti della critica più cogenti in un connubio di aspetti formali storici estetici che l’odierna arte mondiale propone e sviluppa”. Viene inoltre deciso che la rivista sarà pubblicata in proprio dalla Biennale, senza coinvolgere altri editori più o meno rinomati, sempre in difficoltà con le vendite. Questa linea editoriale si conserva fino agli anni Settanta, quando al posto della rivista a partire dal 1975 saranno pubblicati gli Annuari diretti da Dorigo.