La forma del caos / The Shape of Chaos
n. 1 / 2025

“La forma del caos / The Shape of Chaos”: il secondo numero della rinata rivista La Biennale di Venezia
Prossima presentazione: Padova (17 settembre).
La forma del caos / The Shape of Chaos
Mercoledì 17 settembre, alle ore 18, presso la Sala Rossini del Caffè Pedrocchi di Padova, sarà presentata La Rivista della Biennale di Venezia, tornata a nuova vita dopo oltre cinquant’anni dalla sua ultima pubblicazione, proponendo ad ogni uscita una riflessione su temi di grande attualità culturale e teorica. Nell’incontro si approfondirà il tema del secondo numero dal titolo La forma del caos / The Shape of Chaos, interamente dedicato al tema dell’Archivio e della memoria. I numeri precedenti hanno affrontato argomenti quali Diluvi prossimi venturi, Anteguerra, e da ultimo Materia prima.
L’incontro di Padova, promosso in collaborazione con il Centro Veneto di Psicoanalisi e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, vedrà la partecipazione di Debora Rossi, Direttore editoriale della Rivista e Responsabile dell’Archivio Storico della Biennale, che illustrerà il progetto della Rivista che rientra tra le attività dell’Archivio - Centro Internazionale di Ricerca sulle Arti Contemporanee, e approfondirà il tema cardine di questo secondo numero: l’Archivio.
Seguiranno gli interventi di Silvia Mondini, Segretario Scientifico del Centro Veneto di Psicoanalisi, e di Franca Munari, Analista con Funzioni di Training del medesimo Centro. Porterà un saluto istituzionale Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova. (L’ingresso è libero fino a esaurimento posti).
“Fare memoria, ricordare, dare forma a esperienza, lavoro, storia passata, creare un archivio; mai come negli ultimi anni – spiega Debora Rossi – risulta così forte e importante sia per artisti, personaggi della cultura e della società civile sia per istituzioni, aziende e società private, l’esigenza di tramandare la memoria attraverso un sistema organizzato: documenti, lavori, immagini che la rappresentano.
“Sono sempre più numerosi e quasi quotidiani i contatti con l’ASAC, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, – continua Rossi – da parte di chi intende salvare i documenti della propria storia affidandoli a un luogo che ne consenta la conservazione e la consultazione ovvero semplicemente per cercare informazioni per il proprio progetto di archiviazione, rivelando un interesse non solo legato a risvolti pratico-economici (si pensi al valore dell’archivio e relativo catalogo per un artista o la documentazione su brevetti o processi produttivi per un’azienda) ma svelando quasi che rendere tangibile la memoria non solo “certifichi” la loro storia e la loro esistenza stessa ma sia essenziale per ogni sviluppo futuro.”
Rinata dopo 53 anni dalla sua ultima pubblicazione, la Rivista si inserisce tra le attività dell’Archivio Storico della Biennale. Concepita e realizzata esclusivamente in formato cartaceo, si distingue per un ricco apparato iconografico, frutto di una selezione attenta di materiali provenienti dall’Archivio stesso e da campagne fotografiche condotte su scala nazionale e internazionale. Pubblicata con cadenza trimestrale, ogni uscita è costruita attorno a un tema monografico, che mette in relazione le diverse discipline che compongono l’identità della Biennale di Venezia — arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema — accogliendo al contempo contributi provenienti dal mondo della scienza e della letteratura, in un dialogo aperto e interdisciplinare.
Interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi sono firmati da artisti, studiosi e figure di rilievo del panorama culturale e della società civile, sia italiana che internazionale. Molteplicità di linguaggi e libertà espressiva caratterizzano la Rivista, che affida ampio spazio alla sperimentazione grafica e alle contaminazioni tra forme e codici diversi.
Direttore editoriale della Rivista è Debora Rossi. La direzione è affidata a Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore. La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale. Il progetto grafico è a cura di Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.
“La Rivista – spiega Debora Rossi - rinasce con lo stesso spirito e natura che la contraddistingueva sin dalla prima edizione, ovvero retta da una parola guida, ‘ricerca’, termine che ricorre nella stessa legge istitutiva della Biennale. Rappresenta uno spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro”.
“Questa rivista di carta – scrive il direttore Luigi Mascheroni nel suo editoriale – diventa così un registro di carte. E d’idee, documenti, ricordi, collezioni. L’archivio è la speranza (o l’illusione?) dell’uomo di fare ordine e dare forma al caos, generando conoscenza”.
I contributi del nuovo numero 1/25 sono di Adonis, Matteo Al Kalak, Eleonora Barbieri, William Basinski, Cesare Bisantis, Boris Behncke, Sue Black, Irene Boyer, Silvia Calandrelli, Edoardo Camurri, Mircea Cărtărescu, Maud Ceriotti Giaccari, Roberto Cicutto, Giuseppe Conte, Maria Cristiana Costanzo, Pablo Delano, Okwui Enwezor, Marta Franceschini, Alessandra Iadicicco, Gianfranco Linzi, Luigi Mascheroni, Giulio Maira, Alberto Manguel, Pablo Maurette, Damiano Michieletto, Paolo Nori, Federico Pontiggia, Mariagrazia Pontorno, Carlo Ratti, Amerigo Restucci, Bruno Ruffilli, Debora Rossi, Wang Shu e Lu Wenyu, Gian Antonio Stella.
La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Archèus. Labirinto Mozart, un’installazione immersiva di Ophicina e Damiano Michieletto. Il numero è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale, dall’Archivio Luciano e Maud Giaccari, Bergman Center Foundation, Getty Images, Warburg Institute. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Iwan Baan, Giacomo Bianco, Antonio Biasucci, Frankie Casillo, Giacomo Doni, Thierry Du Bois, Charles Fréger, Mary Gelman, Roberto Marossi, Domingo Milella, Alessandro Scotti, Giovanna Silva, Dayanita Sing, Gerald Ulmann.
Il progetto
Concepita e realizzata in edizione cartacea, dotata di un significativo apparato iconografico che attinge in buona parte dall’Archivio Storico della Biennale e da ricerche fotografiche nazionali e internazionali, la rivista avrà cadenza trimestrale, con trattazione monografica per ogni numero, facendo dialogare le discipline proprie della Biennale di Venezia - arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema - ma anche scienze e letteratura. Come nella prima rivista, anche la moda rientra nei mondi di riferimento, proprio per la relazione del suo processo creativo con l’arte, gli archivi, la sperimentazione.
Ogni numero contiene interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi a cura di artisti, studiosi, personalità italiane e internazionali del mondo della cultura e della società civile. Diverse sono le modalità espressive che danno spazio alla grafica e alle contaminazioni tra i linguaggi.
La redazione
Direttore editoriale della Rivista è Debora Rossi. La direzione è affidata a Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore. La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale. Il progetto grafico è a cura di Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.
La distribuzione
La rivista, in vendita nello store online della Biennale e nelle principali librerie, sarà presentata in vari luoghi e manifestazioni in Italia e all’estero.
N. 1/24. Titolo: Diluvi prossimi venturi / The Coming Flood.
Contributi di: Manal AlDowayan, Engin Akyurek, Carlo Barbante, Davide Brullo, Carolyn Carlson, Aziza Chaouni, Giovanni Lindo Ferretti, Giulia Foscari, Chiara Ianeselli, John Kinsella, Piersandro Pallavicini, Francesco Palmieri, Gilda Palusci, Orhan Pamuk, Mariagrazia Pontorno, Elena Pettinelli, Andrea Rinaldo, Emanuele Rosa, Stenio Solinas, José Tolentino de Mendonça, Lorenzo Toso, Luciano Violante, Peter Weir, Kongjian Yu. La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Yuri Ancaranirealizzata durante le riprese del film Atlantide. Il volume è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale e con le fotografie di Chiara Arturo, Alessandro Cinque, Antonio Martinelli, Paolo Pellegrin, Italo Rondinella, Paolo Verzone, Federico Vespignani, Francesco Zizola.
N. 2/25. Titolo: Anteguerra / Things to Come
Contributi di: Christine Macel, Germaine Acogny, Roberto Cremascoli, Gianni Forte, Mazen Khaled, Luigi Gallo, Luca Francesconi, Antonio Marras, Darco Pellos e Wael Shawky, Josep Oriol Esteve, Claudio Magris, Robert Jan van Pelt, Mizue Hasegawa, Annarita Colombo, Jon Padfield, Javier Cercas, Gohar Dashti, Balakrishnan Rajagopal, Anita Likmeta, Valentina Tanni, Silvano Tagliagambe, Felix Azhimov, Giovanni Caprara, Cinzia Zuffada, Pier Luigi Sacco, Matt Leacock, Krystian Lupa, Stefania Vitulli, Alexander Sokurov, Denis Brotto, Mark Salvatus. La copertina è illustrata con un’opera di Mino Maccari: si tratta dell’immagine del pannello di scena con volto riflesso per la parata finale dell’opera “Commedia sul Ponte” di Bohuslav Martinu alla Biennale Musica 1951 (tempera su compensato). Il numero è illustrato con le fotografie provenienti da: Archivio Storico della Biennale; Fototeca Cinema; Sfeir-Semler Gallery; Lisson Gallery; Lia Rumma; Barakat Contemporary; Museo Nacional del Prado; Scala, Firenze; New Picture Library; Summerfield Press; Carlo Valsecchi; Collezione Maramotti; Elvert Bañares; National Commission for Culture and the Arts NCCA – Philippine Arts in Venice PAVB. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Stefano Graziani, Junpei Katayama e Jon Padfield, Carlo Valsecchi, Gohar Dashti, Luca Capuano, Lorenzo Pesce, Gabrielle Traversat, Toni Fabris, Joan Fontcuberta, Jason Larkin, Masahisa Fukase.
N. 3/25. Titolo: Materia prima / Raw Material
Contributi di: Maurizio Ferraris, Massimo Cacciari, Giorgio Marengo, Damiano Michieletto, Cesare Bisantis, Oge Obasi, Antony Hamilton, Xu Jiang, Michelangelo Frammartino, Luca Buoncristiano, Massimo D’Anolfi, Bruce Sterling, Raqs Media Collective, Daniele Cassioli, Giovanni Agosti, Giuseppe Bartolucci, Piero Genovesi, Pietro Li Causi, Davide Brullo, Hugo Mujica, Gino Gerosa, Vincenzo Milanesi, Arthur Duff, Arcangelo Sassolino, Alberto Biasi, Debora Rossi, Erzë Dinarama. La copertina è firmata dall’artista Mari Katayama con l’opera on the way home #005 (2016), mentre la quarta di copertina presenta leave-taking #013(2021), sempre di Mari Katayama, che ha partecipato alla Biennale Arte 2019. Il numero è illustrato anche con le fotografieprovenienti da: Archivio Teatro Stabile di Torino; Fototeca Cinema; Fototeca Teatro; Flowers Gallery; Studio Ancarani, ZERO…, Isabella Bortolozzi Galerie. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Ela Bialkowska - OKNO Studio, Massimo D’Anolfi, Davide Ferrante, Pieter Hugo, Nadav Kander, Michele Palazzi, Pamela Randon, Italo Rondinella, Martin Usborne, Michael Wolf. Leillustrazioni sono di Lorenzo Mattotti.
Nota storica
La rivista della Biennale di Venezia 1950-1971
In considerazione del grande successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, la prima dopo la Seconda guerra mondiale, già nei primi mesi del 1950 l’Ente decise di pubblicare una rivista con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione delle sue manifestazioni. L’idea era dar vita a una rivista trimestrale intitolata ‘La Biennale di Venezia’. L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche con tavole a colori che nel tempo andarono aumentando. Titolo di inizio è: “La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda”. Il numero di lancio parte nel luglio 1950 ed è costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. Casa editrice: Vittorio Alfieri, Firenze; Stamperia: Carlo Ferrari, Venezia. Il Comitato di redazione è costituto dal Presidente dell’Ente Giovanni Ponti, dal Segretario generale Rodolfo Pallucchini, il direttore responsabile della rivista è Elio Zorzi (capo ufficio stampa) che si avvale dei seguenti collaboratori: Umbro Apollonio (responsabile ASAC), Antonio Petrucci, Giovanni Piccini, Adolfo Zajotti, Ferdinando Ballo.
Seconda fase della rivista 1960-1971
Il numero doppio 36/37 luglio-dicembre 1959 è l’ultimo di una fase di transizione. Pallucchini aveva lasciato l’incarico alla Biennale nel 1957 e al suo posto era arrivato Gian Alberto Dall’Acqua. La direzione della rivista viene presa in mano da Apollonio, con nomina ufficiale nel ruolo dal 1958, che lavora da subito in grande sintonia con Vladimiro Dorigo. L’orientamento meno accademico impostato da Apollonio tende a dare spazio alle istanze dell’arte delle nuove generazioni, ad aggiornare ulteriormente l’aspetto del periodico in chiave meno patinata. Il cambio di passo si nota bene dal numero 40 del luglio-settembre 1960: viene cambiato nuovamente il font, aumentano i contributi di carattere critico, le immagini sono per lo più in bianco e nero. La rinnovata linea vuole dare “ampio margine ai dibattiti della critica più cogenti in un connubio di aspetti formali storici estetici che l’odierna arte mondiale propone e sviluppa”. Viene inoltre deciso che la rivista sarà pubblicata in proprio dalla Biennale, senza coinvolgere altri editori più o meno rinomati, sempre in difficoltà con le vendite. Questa linea editoriale si conserva fino agli anni Settanta, quando al posto della rivista a partire dal 1975 saranno pubblicati gli Annuari diretti da Dorigo.