Classici fuori Mostra: rassegna di 12 Classici restaurati in versione originale
Prossimo appuntamento: mercoledì 29 gennaio (ore 19) al Cinema Rossini a Venezia con Vivement dimanche! (1983) di François Truffaut.
Vivement dimanche!
Dal romanzo Morire d’amore (1962) di Charles Williams, Truffaut ha fatto un bel film “alla maniera di”, ricalcando il cinema nero degli anni Quaranta nella grana del bianconero, nell’uso delle luci, nel taglio delle inquadrature, nel ricorso agli stereotipi di genere. (Morando Morandini)
Truffaut, che quasi sempre ha parlato di storie da “raccontare”, nel 1983 insiste esplicitamente sulla necessità di “inventare scene forti”. E Finalmente domenica!, per la maggior parte inventato dagli sceneggiatori, è una scena forte via l’altra, un travolgente susseguirsi di colpi di scena che agli ingredienti noir (cioè alla morte) uniscono il ritmo e la vivacità delle screwball comedy americane anni Trenta e Quaranta (cioè la vitalità). La vibrante Fanny Ardant deve sì indossare metaforicamente l’impermeabile, ma assomigliando alla scatenata Katherine Hepburn nei film di Hawks e Cukor: non a caso comincia vestita sobriamente da segretaria, poi si allaccia l’impermeabile (piove sempre, è sempre notte nella cittadina immaginaria tra la Côte d’Azur e la West Coast) sopra al costume da paggio con cui calca le scene per diletto, quindi prosegue abbigliata da prostituta e infine compare vestita da sposa, con tanto di coroncina nei capelli. In Finalmente domenica! la vena malinconica e brutale del noir subisce una scossa di energia incrociando la commedia a ogni passo. (Paola Malanga)
Classici fuori Mostra
Classici fuori Mostra presenterà a cadenza settimanale, il mercoledì, dodici Classici recentemente restaurati dalle principali cineteche di tutto il mondo, in versione originale con sottotitoli in italiano. Ogni film sarà preceduto dalla presentazione di un esperto e seguito da una sessione di domande e risposte col pubblico. L’iniziativa è organizzata in collaborazione col Circuito Cinema del Comune di Venezia, l'Università Ca’ Foscari e l’Università IUAV di Venezia. Particolari facilitazioni riguardano gli studenti (biglietto ridotto 3 euro, abbonamento ridotto 25 euro, biglietto intero 6 euro).
Il programma
- mercoledì 15 gennaio Sbatti il mostro in prima pagina (1972) di Marco Bellocchio
(introduce Michele Gottardi)
- mercoledì 22 gennaio Gilda (1946) di Charles Vidor
(introduce Carmelo Marabello)
- mercoledì 29 gennaio Vivement dimanche! (Finalmente domenica!) (1983) di François Truffaut
(introduce Sara D’Ascenzo)
- mercoledì 5 febbraio Offret (Sacrificio) (1986) di Andrej Tarkovskij
(introduce Giuseppe Ghigi)
- mercoledì 12 febbraio L'armée des ombres (L’armata degli eroi) (1969) di Jean-Pierre Melville
(introduce Alessandro Del Re)
- mercoledì 19 febbraio Il giovedì (1963) di Dino Risi
(introduce Riccardo Triolo)
- mercoledì 26 febbraio Shang Hai zhi yen (Shanghai Blues) (1984) di Tsui Hark
(introduce Elena Pollacchi)
- mercoledì 12 marzo The Sugarland Express (Sugarland Express) (1974) di Steven Spielberg
introduce Marco Contino)
- mercoledì 26 marzo La prima notte di quiete (1972) di Valerio Zurlini
(introduce Marco Bertozzi)
- mercoledì 2 aprile After Hours (Fuori orario) (1985) di Martin Scorsese
(introduce Adriano De Grandis)
- mercoledì 9 aprile Gojira (Godzilla) (1954) di Ishirô Honda
(introduce Roberta Novielli)
- mercoledì 16 aprile Amadeus (1984) di Milos Forman
(introduce Marco Della Gassa con Vincenzina Caterina Ottomano e Paul Zaentz)
Ingressi
Biglietto intero € 6
Ridotto € 3
Abbonamento ridotto € 25
Biglietti in prevendita www.ccvenezia.18tickets.it
Biglietti in vendita presso la biglietteria del Cinema Rossini
Il programma potrebbe subire variazioni.
Venezia Classici
Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo.
Venezia Classici è curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi.