fbpx Biennale Musica 2021 | Neue Vocalsolisten
La Biennale di Venezia

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Musica

Neue Vocalsolisten

Neue Vocalsolisten:Johanna Vargas soprano acuto, Truike van der Poel mezzosoprano, Daniel Gloger contro tenore, Martin Nagy tenore, Guillermo Anzorena baritono, Andreas Fischer basso
Video, scene e regia:Ilya Shagalov
Realizzazione live electronics:Alex Nadjarov
Attori (video):Igor Bychkov, Gladston Mahib, Savva Savelyev, Uliana Lukina
Camera (video):Artur Bergart
Commissioni:La Biennale di Venezia (Amo), Neuevocalsolisten (Die Einfachen)

George Lewis

In Amo George Lewis si ispira alla figura del filosofo Anton Wilhelm Amo (1703-1759). La sua storia ha inizio nell’Africa dello schiavismo. Amo è ancora un bambino quando viene reso schiavo e strappato alla sua terra nell’attuale Ghana per essere deportato in Germania nel 1707 dalla Compagnia delle Indie Occidentali. Il duca Augusto Guglielmo di Brunswick-Lüneburg lo riceve come dono, ma in quella famiglia aristocratica viene trattato come uno di loro e gli viene garantito anche l’accesso all’istruzione. Primo africano ammesso a frequentare un’università in Europa, Amo completa la sua formazione giuridica all’Università di Halle nel 1729, e dopo il Dottorato in Filosofia all’Università di Wittenberg, vi resta come docente di Filosofia.
Il testo di Amo Disputa filosofica contenente una idea distinta di quelle cose che attengono o alla mente o alla nostra parte viva e organica del 1734 è la fonte principale del testo composto da Lewis per questo suo nuovo lavoro. La partitura vocale composta per i Neue Vocalsolisten prevede la vocalizzazione estesa in più lingue (tedesco, latino, inglese, olandese e twi, la lingua madre di Amo) complementata dall’elettronica live di ritardi digitali interattivi, trasformazioni timbriche, riproduzione di registrazioni ambientali e suono diffuso in otto canali per creare una danza sonora in cui l’elettronica si fonde ed entra in competizione con le voci.

Sergej Newski

È la ricerca sulla storia della sessualità nella Russia post-rivoluzionaria degli anni Venti condotta da Irina Roldugina dell’Università di Oxford a far scoprire a Sergej Newski nel 2017 il soggetto del suo nuovo lavoro, Die Einfachen. I primi anni che seguono la Rivoluzione di Ottobre sono ancora carichi di fermenti libertari. Anche l’amore deve essere libero. Il siberiano Nika Polyakov confessa in una lettera di aver scoperto la propria omosessualità. Prima della Prima Guerra Mondiale, Nika è stato a studiare in Germania. Con l’amico Stepan Minin viene internato e fa ritorno a Pietrogrado dopo la rivoluzione, ma negli anni Trenta nell’Unione Sovietica di Stalin l’omosessualità viene dichiarata illegale. Nika viene arrestato e interrogato dagli uomini del NKVD, il Commissariato del popolo per gli affari interni. Da quel momento, di Nika non si saprà più nulla.
La storia di Nika Polyakov non è molto diversa da quella di numerosi altri giovani omosessuali russi e ucraini, di cui Irina Rodulgina ha raccolto testimonianze in oltre dieci anni di ricerche. Con i fili di quelle voci dimenticate, Newski ha intessuto una drammaturgia musicale polifonica che getta luce su una pagina poco nota della storia russa. Il titolo Die Einfachen (I semplici) è la definizione scelta da quel popolo che si riconosceva nella sottocultura omosessuale della Leningrado degli anni Venti, un popolo fatto di operai, studenti e contadini.


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