1979 si ispira al racconto breve Goethe spricht in den Phonographen (Goethe parla nel fonografo) dello scrittore tedesco Salomo Friedlaender, pubblicato nel 1916. Si narra di un professore che, per far colpo sulla sua innamorata, cerca di catturare e riprodurre la voce di Goethe, basandosi sulla teoria per cui, in un dato spazio, nessun suono va mai completamente perso. Cosa sentiremmo se fossimo in grado di alzare il volume di tutto ciò che è risuonato in passato all'interno di uno spazio? In 1979 quest’idea teorica viene messa in scena. La storia di uno spazio è condensata in una performance di quarantacinque minuti, con una tecnica che rappresenta una sorta di equivalente sonoro della fotografia in time-lapse.