fbpx Biennale Musica 2023 | Joanna Bailie - 1979 / Fausto Romitelli - Professor Bad Trip
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Joanna Bailie - 1979 / Fausto Romitelli - Professor Bad Trip

1979:per otto musicisti, proiezione video ed elettronica *
Anno/Durata:2023, 45’, prima assoluta
Commissione:La Biennale di Venezia, Donaueschinger Musiktage, festival rainy days (Luxembourg), Wien Modern, Ictus, De Bijloke
PROFESSOR BAD TRIP:Lesson I, 1998 - per otto strumenti ed elettronica; Lesson II, 1999 - per dieci strumenti; Lesson III, 2000 - per dieci strumenti *
Durata:41’
Ensemble *:Ictus

Descrizione

1979 si ispira al racconto breve Goethe spricht in den Phonographen (Goethe parla nel fonografo) dello scrittore tedesco Salomo Friedlaender, pubblicato nel 1916. Si narra di un professore che, per far colpo sulla sua innamorata, cerca di catturare e riprodurre la voce di Goethe, basandosi sulla teoria per cui, in un dato spazio, nessun suono va mai completamente perso. Cosa sentiremmo se fossimo in grado di alzare il volume di tutto ciò che è risuonato in passato all'interno di uno spazio? In 1979 quest’idea teorica viene messa in scena da Joanna Bailie. La storia di uno spazio è condensata in una performance di quarantacinque minuti, con una tecnica che rappresenta una sorta di equivalente sonoro della fotografia in time-lapse.

Fausto Romitelli iniziò a comporre la prima Lesson del ciclo Professor Bad Trip nel 1997. Fin dall’inizio il brano fu concepito come la prima parte di un ampio e ambizioso trittico “psichedelico” che è anche una sorta di manifesto artistico. Il progetto era allo stesso tempo audace e chiarissimo: prendere il potere della musica rock e delle sue sonorità sature – un intero spettro di violenza che prima era sembrato impossibile da integrare nel codice scritto della musica classica – e farlo apparire, come per magia, nell’universo ad altissima precisione della musica moderna. Nel fare questo, Romitelli era determinato a non fare concessioni. La corsa sfrenata di Professor Bad Trip può essere letta come la celebrazione di un’energia trasgressiva; nonostante i suoi tratti cupi, il brano è pieno di idee fino a scoppiare e trasmette una gioia adolescenziale, la gioia di inventare, di arrivare al limite, di osare diventare se stessi.


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