Avvicinandosi alla fine di un ciclo storico di condizioni di vita straordinariamente stabili, agricoltori e architetti ripensano la radice comune delle loro attività e decidono di costruire muri come se fossero già crollati, per consentire ai nuovi insediamenti umani di espandersi orizzontalmente su vaste superfici di terra, prima degradate e poi abbandonate dall’agricoltura industriale, creando così nuovi paesaggi di ritenzione idrica e risolvendo la crisi climatica in una generazione.
Relatori: Marta Cataldi (Futuro Vegetale, Firenze, Italia), prof. Alberto Mataran Ruiz (University of Granada, Spagna), Claudio Naviglia (Rete Humus, Italia), Global Warming Mitigation Project (USA), prof. Tina Gregoric (dekleva gregoric architects, Lubiana, Slovenia), prof. Els Verbakel (Bezalel Academy of Arts and Design, Gerusalemme, Israele), Dr. Arielle Blonder (Technion Institute, Haifa, Israele), Josef Holzer (Holzer Permaculture Solutions Ltd, Austria), Maria Teresa Cutri (Eco Urban Project, Roma, Italia), Giovanni Spaliviero (Associazione Musoco Onlus, Venezia, Italia), Virginia Stammitti (Italia), Beatrice Cavallari (Italia), Mariella Gentile (Campo Saz, Italia), Noemi Fiorino (Consorzio della Mozzarella di Buffala, Italia), Yael Plat (Italia), Emilio Di Biase (Italia), Matteo Mancini (Deafal Ong, Italia), Giacomo (Cooperativa Coraggio, Roma, Italia), Ray Steele (Regenerosity), Stephen Wright, Tamarind Rossetti, Ania Corcilius (Kuenstlerhaus Stuttgart, Germania), Jazmin Charalambous, Felix Mohr (Stoccarda, Germania), Caterina Miralles Tagliabue (Barcellona, Spagna), Giovanni Aloi (School of the Art Institute of Chicago, USA).