fbpx Biennale Cinema 2019 | Intervento di Paolo Baratta
La Biennale di Venezia

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Intervento di

Paolo Baratta

Presidente della Biennale di Venezia

La nostra fiducia nel festival

Se per la Biennale Arte il percorso di rinnovamento iniziò da subito, nell’anno successivo alla riforma del 1998, per la Biennale Cinema l’anno dell’inizio del nuovo progetto fu il 2010.
Fu in quell’anno che, mentre veniva annunciata la sospensione della realizzazione del nuovo Palazzo, un cantiere spento e una voragine quanto mai ingombrante circondarono le strutture tradizionali invecchiate e inadeguate. Eravamo vicini a una débâcle. Se non alla fine, eravamo vicini a un definitivo declassamento.
Abbiamo progettato e costruito una nuova realtà seguendo una linea costante e pochi semplici principi, mentre intorno a noi tutto cambiava. Mutava il contesto economico e politico locale, interno e internazionale, con scarti notevoli rispetto alle tendenze precedenti, mutavano le tecnologie e le strutture organizzative e imprenditoriali della produzione e della distribuzione dei film, aumentava il ruolo dei nuovi mezzi di trasmissione di dati e di immagini.
Abbiamo seguito un programma coraggioso investendo risorse economiche e umane. Con esso prima di ogni altra preoccupazione si rinnovava la nostra fiducia nel festival come forma esemplare di fruizione delle opere cinematografiche, indispensabile strumento di una società libera e aperta, ambiente di particolare qualità per il formarsi di una comunità di persone intenzionate a dedicare la propria attenzione alle opere, a frequentarle, a discuterle, a considerarle con animo critico. Una concentrazione di pubblico straordinaria dove l’autorialità può essere valorizzata e nella quale la mediazione culturale svolta da un’istituzione pubblica, con piena autonomia, appare preziosa per realizzare condizioni di più dilatata conoscenza e consapevolezza.

Nuove aperture

Non solo gli spettatori hanno bisogno dei festival ma anche il mondo del cinema ne sente la necessità. Un festival può promuovere la qualità senza pregiudizio di genere, può promuovere nuovi ingegni, mantenere viva l’attenzione alla ricerca formale, alla sperimentazione, e per contro mantenere alto l’impegno del cinema ad affrontare questioni fondamentali della condizione umana, sociale e politica, nei suoi diversi generi. I festival possono contribuire a mantenere variegata la domanda e più alta la qualità del mercato.
E proprio questa Mostra lo conferma. Viviamo un’epoca nella quale si vanno diffondendo timori che le modifiche nelle tecnologie, nelle strutture economico-commerciali e nelle modalità di visione delle opere, possano portare a tendenze accomodanti, a una più distratta attenzione del pubblico nei confronti dell’arte cinematografica e quindi a produzioni condizionate da meno ambiziosi modelli di intrattenimento. Il programma della 76. Mostra sembra proprio smentirli.
Se il nostro progetto è stato impostato sulla fedeltà ad alcuni valori di fondo, e tra questi la qualità, l’autonomia, il coraggio, l’ancoraggio della Mostra alla Biennale è risultato decisivo per favorire il suo perseguimento con l’indispensabile continuità e coerenza.
La Mostra è diventata un festival di riferimento per la cinematografia mondiale.
In tale spirito abbiamo impostato nuove aperture a generi senza condiscendenze facili ma con coraggiose esplorazioni. Abbiamo esplorato la Realtà Virtuale (primo festival a dare a questa forma di realizzazione grande spazio e cura).

Attività di supporto e nuovi progetti

Abbiamo poi ritenuto che la nostra attenzione dovesse essere rivolta non solo all’organizzazione del festival e abbiamo quindi impostato attività di supporto per i progetti nuovi in cerca di finanziamento (il Venice Production Bridge: il Gap Financing Market quest’anno per un numero di 51 film e il Final Cut in Venice, dedicato alla cinematografia emergente dell’Africa e del Medio Oriente, quest’anno per un numero di 6 film). Abbiamo sviluppato un nuovo ambizioso progetto di promozione di nuovi talenti, in armonia con quanto La Biennale veniva facendo in altri suoi settori dello spettacolo: il progetto Biennale College Cinema.
La Biennale College Cinema già può fare lusinghieri consuntivi. Dal suo avvio nel 2012 Sono stati vagliati 2013 progetti di opera prima o seconda (1815 Biennale College Cinema, 198 Biennale College Cinema VR), ne sono stati selezionati 141 (105 Biennale College Cinema, 36 Biennale College Cinema VR) che hanno goduto dei workshop di rielaborazione e messa a punto offerti dalla Biennale. Di questi, 27 (22 Biennale College Cinema e 5 Biennale College Cinema VR) sono stati prodotti con il grant della Biennale e proiettati durante il Festival (compresi i 4 inseriti nel programma di quest’anno), altri 20 (16 Biennale College Cinema, 4 Biennale College Cinema VR) hanno ottenuto finanziamenti da altre fonti. Dal 2016 opera il programma speciale per autori italiani. Con il 2019 il numero dei film oggetto di supporto da parte della Biennale sarà esteso a 4 film tra quelli selezionati (di essi 2 almeno dovranno essere di registe donne)

Ringraziamenti

Quanto sopra è frutto di numerose energie umane qualificate che hanno lavorato con spirito di dedizione e collaborazione. Al Direttore Alberto Barbera e al suoi team di collaboratori, alle strutture della Biennale impegnate per tutti questi anni su vari fronti, progettuali, tecnici, organizzativi, promozionali, alle professionalità specialistiche aggregate nei vari progetti va la nostra gratitudine.

Biennale Cinema
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