fbpx Biennale Musica 2022 | Giorgio Battistelli / Mauricio Kagel - Ars Ludi
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Giorgio Battistelli / Mauricio Kagel - Ars Ludi

ORAZI E CURIAZI, 1996 (13’):GIORGIO BATTISTELLI
Performance di:ARS LUDI - Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri
DRESSUR, 1977 (30’):MAURICIO KAGEL
Performance di:ARS LUDI - Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri
Presentazione a cura di :TOM SERVICE (BBC Radio 3)

GIORGIO BATTISTELLI -
ORAZI E CURIAZI, 1996 (13’) -
per due percussionisti

Orazi e Curiazi narra uno dei più antichi miti della storia di Roma, il duello tra i campioni di due città in guerra tra di loro, Roma e Albalonga, per risolvere la sanguinosa rivalità. Gli Orazi erano i rappresentanti di una delle famiglie che guidava Roma, poco più di un villaggio, nei giorni successivi alla fondazione, e i Curiazi i campioni della vicina rivale Albalonga. La partitura sviluppa l’idea di una narrazione, con suoni reali e immaginari mescolati in un amalgama indissolubile di teatro e musica. Usando suoni concreti e metafisici, i corpi e le voci, il timbro e il ritmo delle percussioni, i due interpreti creano una drammaturgia del fantastico legata a un mito particolarmente caro a Battistelli, nato vicino al luogo dove si sarebbe svolto l’archetipico combattimento. La prima mondiale di Orazi e Curiazi è stata eseguita da Antonio Caggiano e Gianluca Ruggeri, percussionisti di Ars Ludi, a Pechino nell’ottobre del 1996.

MAURICIO KAGEL (1931-2008) - 
DRESSUR, 1977 (30’)
 

Quando Mauricio Kagel arriva in Europa, alla fine degli anni Cinquanta, la sua produzione artistica si concentra sul tema dell’identità, già al centro del dibattito nella vivace vita culturale dei circoli modernisti di Buenos Aires, ma soprattutto sul rapporto tra i processi compositivi della nuova musica e la tradizione. Figlio di ebrei russi emigrati in Argentina negli anni Venti, Kagel rivive l’esperienza della migrazione interrogandosi inevitabilmente sul suo rapporto con la musica europea, e in particolare sulla forma canonica della sua fruizione pubblica, il concerto. Nasce così il cosiddetto “teatro strumentale”, che nella produzione di Kagel trova uno degli esempi più rilevanti in Dressur, presentato per la prima volta al Rencontres européennes de musique contemporaine di Metz dal trio di percussionisti Le Cercle.

In Dressur Kagel offre un’esperienza fenomenologica del tempo, stratificata su piani diversi del linguaggio artistico e musicale che s’intersecano in maniera imprevedibile e ironica. Giocando su una regola vincolante, ovvero che tutti gli oggetti e gli strumenti impiegati nel pezzo siano di legno, Kagel manipola non soltanto l’aspetto sonoro ma anche per così dire l’ambiente culturale dello spazio concertistico. L’elemento surrealista del lavoro è nascosto forse nel riferimento al circo, tanto nel titolo quanto nella citazione del Souvenir de Cirque Renz attorno al quale si sviluppa il piccolo e assurdo dramma in cui sono coinvolti i tre percussionisti. In questa partita a tre, ciascuno tenta di dominare l’altro in un gioco musicale e teatrale senza vinti né vincitori, in un cabaret surreale in apparenza improvvisato ma in realtà preparato accuratamente in ogni minimo dettaglio della partitura.


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