Una poesia non è scritta finché non la si vede/ascolta, finché non la si legge. Il mio lavoro è questo: trasferire energia a chi guarda e a chi legge attraverso la poesia. Ed è quello che faccio alla Biennale Teatro 2025, poesie di gioia e di omicidio, parole d’amore e di calunnia, immagini di cadaveri e di extraterrestri.
Lavorare con Industria Indipendente è utopia, libertà per il corpo in scena di diventare linguaggio. Lavorare con chi fa musica significa tornare alle radici orali dell’arte poetica: le azioni di guerrilla poetry per le calli e i canali di Venezia seguono i dinosauri! Viva Dario Fo!