fbpx Biennale Musica 2023 | Alberto Anhaus - Colonization-Sea Invasion
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Musica

Alberto Anhaus - Colonization-Sea Invasion

Anno:2023, prima assoluta
Concept, composizione:Alberto Anhaus
Produzione:La Biennale di Venezia - CIMM, Centro di Informatica Musicale Multimediale

Descrizione

Colonization – Sea Invasion è un’installazione che coinvolge i sensi dell’udito, dell’olfatto e della vista. La loro interazione è usata allo scopo di suscitare nel visitatore delle domande e di offrire degli spunti su cui riflettere, stabilendo un parallelo tra la vita umana e quella delle alghe Agarophyton vermiculophyllum e Ulva lactuca e offrendo una prospettiva differente su questo organismo spesso trascurato a dispetto della sua importanza per l’ecosistema lagunare.
Il visitatore interagirà con la rappresentazione di un ambiente post-apocalittico che circonda la vera protagonista: l’alga. Sarà presente un’anticamera, dove sarà visibile un led che cambierà di giorno in giorno indicando l’anno di riferimento dello stato dell'alga, assieme al cartello esplicativo dell’opera.
Lo spazio successivo è il cuore dell’installazione; sono presenti diversi sensori che attivano alcuni elementi dell’installazione.
Al centro della scena, è predisposto un acquario che contiene delle alghe. L’acquario è circondato da piccoli contenitori riempiti con acqua e fango della laguna veneziana, e sistemato all’interno di un quadrato formato dalle passerelle usate a Venezia per camminare durante l’acqua alta.
Anche l’odore ha un ruolo fondamentale nell’installazione. Essendo parte integrante dell’identità di Venezia, l’odore delle alghe sarà riprodotto e diffuso tramite impulsi elettrici in relazione al movimento e al peso degli spettatori.
I suoni nasceranno da due differenti fonti: il suono della decomposizione delle alghe che si trovano all’interno dei contenitori di acqua e fango, amplificato e manipolato e le registrazioni subacquee delle barche che transitano sul Canal Grande.
La rappresentazione si svilupperà seguendo una compressione temporanea corrispondente all’equazione:
0’ : 20’ = 2023 : 2100

Research Article

Invasion of alien macroalgae in the Venice Lagoon, a pest or a resource?
Adriano Sfriso (Department of Environmental Sciences, Informatics & Statistics, Ca’ Foscari University),
Alessandro Buosi, Marion Adelheid Wolf and Andrea Augusto Sfriso (Department of Chemical and Pharmaceutical Sciences, University of Ferrara)
e-mails: sfrisoad@unive.it (AS), alessandro.buosi@unive.it (AB), marion.wolf@unive.it (MAW), asfriso@hotmail.it (AAS)

Abstract
Alien macroalgae, mostly invasive species, are a constant concern for coastal areas, especially in the northern Adriatic Sea where several taxa have colonized the main transitional environments. A revision of the alien macroalgae in the Venice Lagoon shows that, currently, the number of valid non-indigenous species (NIS) is 29, and this number is growing steadily. On the basis of numerous surveys carried out in the last decade the total alien standing crop (SC) was estimated to be ca. 146,534 tonnes fresh weight (fw), i.e. 32% of the total species SC (ca. 456,000 tonnes fw) measured in May–June 2014 in the whole lagoon. The most abundant species were the invasive Agarophyton vermiculophyllum (approx. 66,383 tonnes fw), Agardhiella subulata and Hypnea cervicornis (approx. 36,714 and 28,305 tonnes fw, respectively). These species grow mainly free-floating and usually colonize the soft substrata of the lagoon. Two other invasive species, Sargassum muticum and Undaria pinnatifida, grow mainly on the docks of Venice historical centre, therefore their distribution is significantly more limited. Recent studies have shown that A. vermiculophyllum in protected, eutrophic areas produced a biomass of approx. 24 kg fw m-2 y-1. This species can replace Ulvaceae with positive effects on the environment and the presence of macrofaunal taxa. Indeed, historical data analysis shows that, despite the high presence of NIS, biodiversity is increasing. In addition, A. vermiculophyllum, S. muticum, U. pinnatifida, A. subulata and Solieria filiformis may be promising species for phycocolloid and antioxidant or cosmetic productions.


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