ÉLIANE RADIGUE: OCCAM OCÉAN - OCCAM XXVI: | 2018, 30’ ca. |
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Percussioni: | Enrico Malatesta |
LUCY RAILTON: BLUE VEIL: | 50’ ca. |
Violoncello: | Lucy Railton |
Enrico Malatesta: Éliane Radigue / Lucy Railton

Sala d'Armi G | Dettagli |
Occam Océan – Occam XXVI: DESCRIZIONE
Alla Biennale Musica Malatesta esegue anche Occam Océan – Occam XXVI (2018) della pioniera francese di musica elettronica e drone Éliane Radigue. Questa composizione, appartenente al ciclo acustico per strumenti solisti Occam Océan, è stata scritta appositamente da Radigue per Malatesta ed è il frutto di un lavoro di collaborazione a stretto contatto col percussionista italiano.
BLUE VEIL: DESCRIZIONE
Blue Veil è un’opera per violoncello solista di Lucy Railton, composta ed eseguita seguendo una pratica specificamente rivolta alla percezione armonica dal vivo, che emerge dalla sua lunga ricerca su modalità d’ascolto capaci di favorire un coinvolgimento più profondo con la risonanza armonica. L’opera è guidata dalle risonanze all’interno del corpo del violoncello, del corpo stesso dell’interprete e dal loro spazio vibrazionale condiviso. Railton si muove attraverso Blue Veil dando ai suoni ciò che chiedono: suoni dalla tessitura pura che si manifestano come un attraversamento di trasparenza temporale, suoni dalla tessitura ruvida che segnano regioni di spazio densamente stratificato. Il suo uso creativo e altamente raffinato dell’armonia in intonazione naturale deforma i movimenti interni al suono, suggerendo modalità di ascolto in grado di attivare immagini sonore implicite o completamente assenti, piuttosto che limitarsi ad apprezzare quelle pienamente presenti. Questa modalità attiva di ascolto, che Railton definisce in modo giocoso e semi-metaforico “musica da cantare assieme” permette all’ascolto di partecipare riflessivamente al movimento della musica, mentre essa attraversa gradualmente domini riccamente saturi di inventiva armonica. E proprio come i toni accordati con precisione di Blue Veil perdono la loro individualità fondendosi in una composita uniformità, così le strutture di riferimento e riconoscimento dell’ascolto si dissolvono in indicibili onde d’intensità dispiegandosi continuamente e compenetrandosi con l’ascoltatore.