
“Materia prima / Raw Material”: il numero 3/2025 della rivista La Biennale di Venezia
Il nuovo numero affronta la tensione tra digitale e realtà materiale.
Materia prima / Raw Material
Materia prima / Raw Material è il titolo del numero 3/2025 della storica Rivista edita dalla Biennale di Venezia, tornata a nuova vita dopo cinquantatré anni di silenzio editoriale. Dato alle stampe per essere pronto in occasione delle 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale, il nuovo numero affronta la tensione tra digitale e realtà materiale. Nell’era di Big Data, dell’Intelligenza Artificiale e della realtà virtuale, il volume pone al centro la res extensa, l’estensione del corpo, la fisicità dell’esperienza, la connessione autentica con il mondo.
Tra i contributi: il filosofo Massimo Cacciari, che ribadisce come l’intelligenza non intenda smaterializzarsi; il coreografo Antony Hamilton, sul corpo come mappa dello spazio; il regista Massimo D’Anolfi, sul pellegrinaggio a Fátima come atto di fede fisico; lo scrittore di fantascienza Bruce Sterling, sul cyberpunk come ponte tra tecnologia e cultura pop; il campione paralimpico Daniele Cassioli, sul ruolo della tecnologia come estensione dell’essere umano; il poeta Hugo Mujica, che invita a superare la contrapposizione tra materia e spirito; il cardiochirurgo Gino Gerosa in dialogo con Vincenzo Milanesi, sul corpo potenziato dalla scienza; l’artista Alberto Biasi sulla sua ricerca artistica tra movimento ed espansione.
La copertina è firmata dall’artista Mari Katayama con l’opera on the way home #005 (2016), mentre la quarta di copertina presenta leave-taking #013 (2021), sempre di Mari Katayama, che ha partecipato alla Biennale Arte 2019.
Pensata e realizzata esclusivamente in formato cartaceo, la Rivista si distingue per un ricco apparato iconografico, in gran parte tratto dall’Archivio Storico della Biennale e da ricerche fotografiche condotte a livello nazionale e internazionale. Pubblicata con cadenza trimestrale, ogni numero è dedicato a un tema monografico, ponendo in dialogo le discipline che caratterizzano La Biennale di Venezia — arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema — insieme a incursioni nel campo delle scienze e della letteratura.
La Rivista accoglie interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi, firmati da artisti, studiosi e figure di rilievo del panorama culturale e della società civile, sia italiana che internazionale. Molteplicità di linguaggi e libertà espressiva caratterizzano ogni pagina, con ampio spazio alla sperimentazione grafica e alle contaminazioni tra forme e codici diversi.
Questo numero è illustrato anche con le fotografie provenienti da: Archivio Teatro Stabile di Torino; Fototeca Cinema; Fototeca Teatro; Flowers Gallery; Studio Ancarani, ZERO…, Isabella Bortolozzi Galerie. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Ela Bialkowska - OKNO Studio, Massimo D’Anolfi, Davide Ferrante, Pieter Hugo, Nadav Kander, Michele Palazzi, Pamela Randon, Italo Rondinella, Martin Usborne, Michael Wolf. Le illustrazioni sono di Lorenzo Mattotti.
Gli autori N. 3/25: Maurizio Ferraris, Massimo Cacciari, Giorgio Marengo, Damiano Michieletto, Cesare Bisantis, Oge Obasi, Antony Hamilton, Xu Jiang, Michelangelo Frammartino, Luca Buoncristiano, Massimo D’Anolfi, Bruce Sterling, Raqs Media Collective, Daniele Cassioli, Giovanni Agosti, Giuseppe Bartolucci, Piero Genovesi, Pietro Li Causi, Davide Brullo, Hugo Mujica, Gino Gerosa, Vincenzo Milanesi, Arthur Duff, Arcangelo Sassolino, Alberto Biasi, Debora Rossi, Erzë Dinarama.
Nota editoriale
LA REDAZIONE
Direttore editoriale: Debora Rossi. Direttore: Luigi Mascheroni.
La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale.
Progetto grafico: Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.
LA DISTRIBUZIONE
La Rivista è disponibile nello store online della Biennale (labiennale.org/it/acquista-online), nelle principali librerie e sarà presentata in vari luoghi e manifestazioni in Italia e all’estero.
I NUMERI USCITI FINORA
N. 1/24. Titolo: Diluvi prossimi venturi / The Coming Flood.
Contributi di: Manal AlDowayan, Engin Akyurek, Carlo Barbante, Davide Brullo, Carolyn Carlson, Aziza Chaouni, Giovanni Lindo Ferretti, Giulia Foscari, Chiara Ianeselli, John Kinsella, Piersandro Pallavicini, Francesco Palmieri, Gilda Palusci, Orhan Pamuk, Mariagrazia Pontorno, Elena Pettinelli, Andrea Rinaldo, Emanuele Rosa, Stenio Solinas, José Tolentino de Mendonça, Lorenzo Toso, Luciano Violante, Peter Weir, Kongjian Yu. La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Yuri Ancarani realizzata durante le riprese del film Atlantide. Il volume è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale e con le fotografie di Chiara Arturo, Alessandro Cinque, Antonio Martinelli, Paolo Pellegrin, Italo Rondinella, Paolo Verzone, Federico Vespignani, Francesco Zizola.
N. 1/25. Titolo: La forma del caos / Shape of caos.
Contributi di: Adonis, Matteo Al Kalak, Eleonora Barbieri, William Basinski, Cesare Bisantis, Boris Behncke, Sue Black, Irene Boyer, Silvia Calandrelli, Edoardo Camurri, Mircea Cărtărescu, Maud Ceriotti Giaccari, Roberto Cicutto, Giuseppe Conte, Maria Cristiana Costanzo, Pablo Delano, Okwui Enwezor, Marta Franceschini, Alessandra Iadicicco, Gianfranco Linzi, Giulio Maira, Alberto Manguel, Pablo Maurette, Damiano Michieletto, Paolo Nori, Federico Pontiggia, Mariagrazia Pontorno, Carlo Ratti, Amerigo Restucci, Bruno Ruffilli, Debora Rossi, Wang Shu e Lu Wenyu, Gian Antonio Stella. La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Archèus. Labirinto Mozart, un’installazione immersiva di Ophicina e Damiano Michieletto. Il numero è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale, dall’Archivio Luciano e Maud Giaccari, Bergman Center Foundation, Getty Images, Warburg Institute. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Iwan Baan, Giacomo Bianco, Antonio Biasucci, Frankie Casillo, Giacomo Doni, Thierry Du Bois, Charles Fréger, Mary Gelman, Roberto Marossi, Domingo Milella, Alessandro Scotti, Giovanna Silva, Dayanita Sing, Gerald Ulmann.
N. 2/25. Titolo: Anteguerra / Things to Come
Contributi di: Christine Macel, Germaine Acogny, Roberto Cremascoli, Gianni Forte, Mazen Khaled, Luigi Gallo, Luca Francesconi, Antonio Marras, Darco Pellos e Wael Shawky, Josep Oriol Esteve, Claudio Magris, Robert Jan van Pelt, Mizue Hasegawa, Annarita Colombo, Jon Padfield, Javier Cercas, Gohar Dashti, Balakrishnan Rajagopal, Anita Likmeta, Valentina Tanni, Silvano Tagliagambe, Felix Azhimov, Giovanni Caprara, Cinzia Zuffada, Pier Luigi Sacco, Matt Leacock, Krystian Lupa, Stefania Vitulli, Alexander Sokurov, Denis Brotto, Mark Salvatus. La copertina è illustrata con un’opera di Mino Maccari: si tratta dell’immagine del pannello di scena con volto riflesso per la parata finale dell’opera “Commedia sul Ponte” di Bohuslav Martinů alla Biennale Musica 1951 (tempera su compensato). Il numero è illustrato con le fotografie provenienti da: Archivio Storico della Biennale; Fototeca Cinema; Sfeir-Semler Gallery; Lisson Gallery; Lia Rumma; Barakat Contemporary; Museo Nacional del Prado; Scala, Firenze; New Picture Library; Summerfield Press; Carlo Valsecchi; Collezione Maramotti; Elvert Bañares; National Commission for Culture and the Arts NCCA – Philippine Arts in Venice PAVB. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Stefano Graziani, Junpei Katayama e Jon Padfield, Carlo Valsecchi, Gohar Dashti, Luca Capuano, Lorenzo Pesce, Gabrielle Traversat, Toni Fabris, Joan Fontcuberta, Jason Larkin, Masahisa Fukase.
Nota storica
La rivista della Biennale di Venezia 1950-1971
In considerazione del grande successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, la prima dopo la Seconda guerra mondiale, già nei primi mesi del 1950 l’Ente decise di pubblicare una rivista con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione delle sue manifestazioni. L’idea era dar vita a una rivista trimestrale intitolata ‘La Biennale di Venezia’. L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche con tavole a colori che nel tempo andarono aumentando. Titolo di inizio è: La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda. Il numero di lancio parte nel luglio 1950 ed è costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. Casa editrice: Vittorio Alfieri, Firenze; Stamperia: Carlo Ferrari, Venezia. Il Comitato di redazione è costituto dal Presidente dell’Ente Giovanni Ponti, dal Segretario generale Rodolfo Pallucchini, il direttore responsabile della rivista è Elio Zorzi (capo ufficio stampa) che si avvale dei seguenti collaboratori: Umbro Apollonio (responsabile ASAC), Antonio Petrucci, Giovanni Piccini, Adolfo Zajotti, Ferdinando Ballo.
Seconda fase della rivista 1960-1971
Il numero doppio 36/37 luglio-dicembre 1959 è l’ultimo di una fase di transizione. Pallucchini aveva lasciato l’incarico alla Biennale nel 1957 e al suo posto era arrivato Gian Alberto Dall’Acqua. La direzione della rivista viene presa in mano da Apollonio, con nomina ufficiale nel ruolo dal 1958, che lavora da subito in grande sintonia con Wladimiro Dorigo. L’orientamento meno accademico impostato da Apollonio tende a dare spazio alle istanze dell’arte delle nuove generazioni, ad aggiornare ulteriormente l’aspetto del periodico in chiave meno patinata. Il cambio di passo si nota bene dal numero 40 del luglio-settembre 1960: viene cambiato nuovamente il font, aumentano i contributi di carattere critico, le immagini sono per lo più in bianco e nero. La rinnovata linea vuole dare “ampio margine ai dibattiti della critica più cogenti in un connubio di aspetti formali storici estetici che l’odierna arte mondiale propone e sviluppa”. Viene inoltre deciso che la rivista sarà pubblicata in proprio dalla Biennale, senza coinvolgere altri editori più o meno rinomati, sempre in difficoltà con le vendite. Questa linea editoriale si conserva fino agli anni Settanta, quando al posto della rivista a partire dal 1975 saranno pubblicati gli Annuari diretti da Dorigo.