Foglio di sala
La musica muore alla nascita, sosteneva Leonardo da Vinci, contrapponendo la sua volatilità alla permanenza dell’arte visiva. Questo programma mette in scena una risonanza tra due compositori separati da secoli – Guillaume de Machaut e György Kurtág – al fine di esplorare la musica non come monumento, ma come luogo di decomposizione. Piuttosto che cercare di restituire a Machaut una presunta forma originale, la performance tratta ogni brano come un soggetto, ponendolo a diretto confronto con epitaffi musicali dal Settecento al Novecento. Le opere concise e frammentarie di Kurtág non fungono da commento, ma da contropresenze, rimuovendo la fissità storica a favore dell’instabilità emozionale e temporale. In gioco c’è una serie di domande riguardanti la persistenza (Nachleben) della musica e il mutato investimento dell’esecutore: cosa significa per una composizione del Trecento rivivere in una nuova ecologia sonora? Come cambia l’idea di un’opera musicale quando viene trattata come un epitaffio piuttosto che come una dichiarazione? E quali forme di ascolto diventano possibili quando l’esecuzione riconosce questo continuo decadimento, non come perdita, ma come condizione di esistenza?