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Padiglione delle Arti Applicate

Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale

Padiglione delle Arti Applicate Progetto Speciale

Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale
Sale d’Armi A, Arsenale
20 maggio – 26 novembre 2023

 

La Biennale di Venezia e il V&A organizzano per il settimo anno consecutivo il Progetto Speciale Padiglione delle Arti Applicate alle Sale d’Armi A dell’Arsenale. Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale è il titolo della mostra curata da Christopher Turner (V&A) insieme a Nana Biamah-Ofosu e Bushra Mohamed (AA), realizzata in collaborazione con l’Architectural Association (AA) di Londra e la Kwame Nkrumah University of Science and Technology (KNUST) di Kumasi.

Attraverso l’analisi del lavoro del Dipartimento di Architettura Tropicale e di vari casi studio, la mostra presenta un’installazione cinematografica multicanale al fine di riflettere criticamente sulla storia imperiale del Modernismo tropicale, un distintivo stile architettonico inizialmente sviluppato e impiegato come strumento per sostenere il dominio coloniale, e in seguito adattato dagli architetti dell’Africa occidentale per promuovere l’entusiasmo e le rinnovate possibilità all’indomani dell’indipendenza del Ghana - il primo paese dell’Africa sub-sahariana ad affrancarsi dal dominio coloniale nel 1957.

Rispondendo al tema della 18. Mostra Internazionale di Architettura scelto dalla Curatrice Lesley Lokko – la quale sostiene nel suo testo curatoriale per la Biennale Architettura 2023 che “L’Africa è il laboratorio del futuro” – l’esposizione al Padiglione delle Arti Applicate pone anche le basi per una mostra più ampia che si terrà presso il V&A di Londra nel 2024.

Il Dipartimento di Architettura Tropicale

Nell’Africa occidentale britannica, alla fine degli anni ’40 del secolo scorso, il duo di architetti composto dai coniugi Maxwell Fry e Jane Drew inventò il Modernismo tropicale, adattando un’estetica modernista europea alle condizioni difficili, calde e umide del continente. Il loro distintivo linguaggio riguardante il controllo delle condizioni climatiche – feritoie regolabili, ampie gronde e frangisole caratterizzati da un rapporto meramente superficiale con il territorio – fu propagato attraverso il Dipartimento di Architettura Tropicale, da loro fondato nel 1954 presso l’AA di Londra; in questa istituzione i due coniugi insegnarono agli architetti europei come lavorare nelle colonie e formarono una nuova generazione di architetti postcoloniali.

Le innovazioni architettoniche di Fry e Drew, che attirarono l’interesse internazionale, apparvero sullo sfondo politico della lotta anticoloniale, che presto avrebbe dato i suoi frutti. La coppia di coniugi ottenne numerose e importanti commissioni, tra cui la progettazione di scuole, università, centri comunitari e biblioteche per gli africani, pagati dal Colonial Welfare and Development Act – un programma postbellico da 200 milioni di sterline finalizzato a riformare, ricostruire e modernizzare le colonie: un’iniziativa cinica ideata per compensare le richieste di indipendenza e per rendere le colonie più produttive all’interno del mercato globale e le migliori acquirenti di merci europee.

I “venti di cambiamento”

Questo investimento non poté frenare, tuttavia, i “venti di cambiamento” che soffiavano sull’Africa e nel decennio successivo all’elezione di Kwame Nkrumah a primo Primo Ministro e Presidente del Ghana nel 1957, due terzi del continente conquistarono la libertà. Nel Modernismo tropicale, Nkumrah vide una possibilità non solo per la costruzione della nazione, ma anche un’espressione della sua ideologia panafricana, che realizzò invitando architetti dell’Europa orientale – non contaminati dal colonialismo – a lavorare al fianco di architetti ghanesi per creare strutture monumentali che furono recepite come nuovi simboli per un’Africa libera.

Nel 1963, il Dipartimento di Studi Tropicali fu invitato a istituire una succursale presso la Kwame Nkrumah University of Science and Technology (KNUST) di Kumasi, dove già insegnava una prima generazione di qualificati architetti africani, tra cui Max Bond e John Owuso-Addo. Sebbene Maxwell Fry avesse affermato che non si poteva imparare nulla dall’architettura tradizionale africana, la scuola di KNUST – una sorta di Bauhaus africano – mise in discussione i presupposti coloniali del Modernismo tropicale e ispirò una nuova architettura che apprezzava le forme locali e che provava a creare un originale stile nazionale o africano.

Dichiarazione di Christopher Turner

Christopher Turner, curatore d’arte, architettura, fotografia e design presso il V&A, e lead curator di Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale, ha dichiarato: “Attraverso uno studio approfondito del lavoro del Dipartimento di Studi Tropicali e della sua collaborazione con KNUST, la presentazione del V&A a Venezia esplora i modi in cui il Modernismo tropicale è stato adattato dagli architetti ghanesi per promuovere gli ideali panafricani di Nkrumah durante un momento di transizione in cui nuove libertà furono conquistate e una rottura con il passato coloniale fu attuata attraverso l’architettura. Questa mostra considera il potere dell’architettura, sia come mezzo di soppressione coloniale sia come simbolo della libertà politica nascente, oltre a esplorare l’eredità specifica del Modernismo tropicale nell’Africa occidentale.”

Il V&A

Il Victoria and Albert Museum di Londra è il principale museo al mondo di arte, design e performance con collezioni, ineguagliabili per ricchezza e diversità, che abbracciano 5000 anni di creatività umana. È stato istituito nel 1852 per rendere le sue opere d’arte pubblicamente fruibili e per ispirare designer e produttori britannici. Oggi, il suo scopo è sostenere l’industria creativa, ispirare le generazioni future e stimolare l’immaginazione di tutti.

Contatti

Ufficio Stampa e Relazioni con i Media
Arti Visive e Architettura - La Biennale di Venezia
Tel. 041 5218 846 / 849
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Per informazioni sul V&A consultare il sito www.vam.ac.uk o contattare Callum Walker, Senior Communications Manager (c.walker@vam.ac.uk)

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