fbpx Biennale Arte 2022 | Mary Ellen Solt
La Biennale di Venezia

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Mary Ellen Solt

1920 – 2007, USA


  • MAR - DOM
    23/04 > 25/09
    11.00 - 19.00

    27/09 > 27/11
    10.00 - 18.00
  • Padiglione Centrale
  • Ingresso con biglietto

Agli inizi degli anni Sessanta Mary Ellen Solt si avvicina alla Poesia Concreta grazie a un decisivo incontro con i brasiliani della rivista “Noigandres”, che l’avrebbe portata poi alla pubblicazione dell’antologia Concrete Poetry: A World View (1968). Da allora, Solt concepisce il linguaggio come uno strumento di comunicazione versatile capace di organizzarsi secondo relazioni tanto formali quanto lessicali. Le immagini derivate da questo approccio sono aperte a continue interpretazioni e letture, contrariamente al rigore concretista che prevede l’annullamento di qualsiasi soggettivismo. Flowers in Concrete (1965–1966) assume le sembianze di un erbario verbo-visivo, articolato in tavole come richiede la botanica. Solt affianca, sovrappone, ribalta i grafemi e, letteralmente, costruisce boccioli di lobelia, zinnia e lillà, petali di geranio, calendula e rosa bianca, rigogliose fronde di corniolo, melo e forsizia. L’immagine dedicata a questo ultimo fiore, presentata anche nella mostra del 1978 Materializzazione del linguaggio, è un ottimo esempio della sua logica compositiva. La parola Forsythia sostiene tutta la ramificazione verbale e diventa l’acronimo di un messaggio ambiguo. Benché il succedersi dei termini non sembri lineare, Solt costruisce il componimento come un invito verbo-visuale per il lettore, nella speranza che sia lui stesso a interpretarne il significato e diventare co-autore dell’opera. 

Stefano Mudu

Immagini

Mary Ellen Solt, Forsythia e Wild Crab, 1966. Inchiostro su carta, 29 × 21 cm ciascuno. Collezione Museum of Contemporary Art, Antwerp

Padiglione Centrale
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