fbpx Biennale Arte 2022 | Nanda Vigo
La Biennale di Venezia

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Nanda Vigo

1936 – 2020, Italia


  • MAR - DOM
    23/04 > 25/09
    11.00 - 19.00

    27/09 > 27/11
    10.00 - 18.00
  • Padiglione Centrale
  • Ingresso con biglietto

Alla fine degli anni Cinquanta, Nanda Vigo torna in Italia dopo una formazione in architettura tra Svizzera e America. Vicina agli esponenti italiani del Gruppo Zero, abbraccia le sperimentazioni cinetico-percettive e le declina con un linguaggio ibrido. Vigo gestisce l’uso della luce naturale e artificiale con un forte valore sensoriale, utilizzando tecnologie industriali e materiali come vetro stampato, specchi, neon, Perspex e alluminio. Secondo l’artista la luce non ha dimensione e, come evidenzia nel suo Manifesto cronotopico del 1964, si adatta a qualsiasi configurazione fisica. I Cronotopi (1962–1968) sono strutture di forma parallelepipeda in alluminio e vetro industriale, che vengono posizionate a terra o su piedistalli per riflettere la luce che le illumina, dall’interno o dall’esterno. L’artista li chiama anche Spazi-tempi – dal greco cronos, “tempo” e topos, “spazio” – e, per l’iridescenza che emanano a seconda delle scanalature del vetro, li dichiara capaci di trasportare lo spettatore in un’altra dimensione. Quando sono installati in ambienti attraversabili, queste sculture offrono l’illusione di una costante variazione delle superfici. A partire dal 1967, Vigo costruisce gli Ambienti cronotopici utilizzando moduli alternativi o complementari. Pur essendo simili ai Cronotopi, i Diaframmi (1968) sono costituiti da un telaio in ferro tubolare tamponato con vetri stampati. Vigo sovrappone o affianca questi elementi scultorei per delimitare delle zone di sospensione spazio-temporale e offrire cangianti esperienze sensoriali. 

Stefano Mudu

Padiglione Centrale
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