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45. Festival Internazionale del Teatro

Biennale Teatro 2017

Atto primo: Regista

Il 45. Festival

Il 45. Festival Internazionale del Teatro si svolgerà dal 25 luglio al 12 agosto secondo il programma ideato dal neo-direttore Antonio Latella. Al centro la regia, con uno spaccato del panorama europeo attraverso 9 registe donne provenienti da Italia, Germania, Francia, Polonia, Olanda, Estonia, per la maggior parte intorno ai 40 anni, con un percorso artistico consolidato. A ognuna di loro il Festival dedicherà una sorta di ritratto, da 2 a 4 spettacoli, quasi tutti in prima italiana, tracciandone il processo creativo.

“Quest'anno – dichiara Antonio Latella - l'accostamento di spettacoli, e quindi la creazione di mini-personali, ha evidenziato che soprattutto nelle registe donne è più facile, anche in un breve tempo, intravedere la nascita, o meglio, l'evoluzione dei linguaggi, e ovviamente questo ci ha stimolato a dare, per questa nostra prima Biennale, per questa nostra apertura di porte su un quadriennio, il passo di entrata alle registe donne. Molte di loro capaci di evolvere con grande naturalezza, ma al contempo con profondo senso critico, l'unione dei linguaggi che fanno da ponte tra il secolo scorso e questo. È proprio nella concentrazione di una ricerca del linguaggio che, soprattutto nelle registe donne, abbiamo riscontrato un'esigenza, una necessità mai gratuita, mai legata a un bisogno puramente carrieristico o di affermazione, ma da una sincera urgenza creativa”.

Gli spettacoli

43 anni, da Cracovia, Maja Kleczewska, considerata una delle figure più rilevanti del teatro polacco, lungo una linea che da Kantor arriva a Lupa e Warlikowski (di cui è stata assistente), è il Leone d’argento 2017. A Venezia inaugura il Festival con The Rage (25 e 26 luglio, Teatro Piccolo Arsenale), dall’omonimo testo teatrale di Elfriede Jelinek, che comincia a scriverlo dopo la strage di Charlie Hebdo a Parigi.
“Pericolosa eroina di performance rituali e video incentrati sul corpo, (…) il cui fascino si basa sulle reazioni fisiche provocate nell’osservatore”: è Ene-Liis Semper, nata a Tallin nel 1969, acclamata video artista, performer e regista che ha rappresentato l’Estonia alla Biennale Arti Visive 2001. Il suo lavoro interdisciplinare è stato cruciale per lo sviluppo di Theatre NO99, fondato nel 2005 con Tiit Ojasoo, co-autore della maggior parte delle produzioni teatrali della compagnia, invitate ai festival di tutta Europa, da Avignone alla Ruhr Triennale, dal Wiener Festwochen al Golden Mask di Mosca. Alla Biennale Teatro è invitata con due spettacoli. Filth (26 luglio, Teatro alle Tese) e El Dorado, the Clowns’ Raid of Destruction (27 luglio, Tese dei Soppalchi).
Un percorso in quattro spettacoli è affidato alla francese Nathalie Béasse (Angers, 1971), che come la Semper ha una formazione pluridisciplinare, legata alla sperimentazione del mondo delle arti plastiche e delle performing arts, prima di portare avanti la sua ricerca con la propria compagnia, fondata nel 1999, interrogandosi sui rapporti tra corpo e oggetto, sulle strutture della narrazione, sui confini tra teatro e danza. Il retaggio della sua formazione artistica si evidenzia nell’attenzione al teatro come materia manipolabile, vettore di sensazioni e immagini, in uno slittamento continuo tra reale e immaginario. Le bruit des arbres qui tombent (28 luglio, Teatro Piccolo Arsenale), Tout semblait immobile (30 luglio, Tese dei Soppalchi), Roses (29 luglio, Teatro alle Tese), Happy Child (31 luglio, Teatro Piccolo Arsenale) sono i titoli in programma.

Copre un arco creativo di oltre 30 anni la trilogia firmata da Maria Grazia Cipriani, fondatrice del Teatro del Carretto con il costumista e scenografo Graziano Gregori, con cui ha portato in tutto il mondo l’unicum del suo teatro, nato sotto il segno della metamorfosi, della fusione tra il mondo della fiaba e il reale, tra gli attori in carne e ossa e la maschera. Con le sue storie che attraversano i secoli, dal mito alla fiaba alle origini del teatro, Maria Grazia Cipriani ha costruito perfette macchine teatrali svelando di queste storie risvolti inaspettati e facendo del teatro “un gioco molto serio” (M. Grande). La trilogia prevede lo spettacolo-manifesto Biancaneve (1 agosto, Tese dei Soppalchi), quindi Pinocchio (1 agosto, Teatro alle Tese), visto come un sogno di Geppetto, un viaggio nelle zone oscure della coscienza, infine Le mille e una notte (2 e 3 agosto, Teatro Piccolo Arsenale), che racconta la storia interminabile, elaborata e complessa come una scatola cinese della figlia del Visir. Ha esordito con titoli originali - Ti auguro un fidanzato come Nanni Moretti, Sex Workers - Livia Ferracchiati, trentunenne, studi di regia alla Paolo Grassi di Milano dove si diploma nel 2014, oltre a una laurea in drammaturgia all’Università La Sapienza di Roma. Sono titoli che tracciano un percorso “a temi”, temi che vengono facilmente mistificati, poco conosciuti, che richiedono anche documentazione, inchieste sul campo. Todi is a small town in the center of Italy (2 agosto, Tese dei Soppalchi), per esempio, è un’indagine sulla provincia italiana, sui limiti che il controllo sociale pone alle libertà individuali. A Venezia si vedranno anche i primi due capitoli della Trilogia sull’identità, un percorso a tappe che racconta l’esperienza della dicotomia fra corpo e mente in fatto di identità di genere, mettendo a fuoco diversi aspetti del disagio di vivere in un corpo che non è percepito come proprio: Peter Pan guarda sotto le gonne (3 agosto, Tese dei Soppalchi), semifinalista al Premio Scenario, e Stabat Mater (4 agosto, Tese dei Soppalchi).
Regista di prosa e regista d’opera, la trentottenne tedesca Anna Sophie Mahler residente a Zurigo, fonda nel 2006 la propria compagnia CapriConnection, con cui sperimenta un’originale idea di spettacolo-partitura che si caratterizza per l’utilizzo di materiale documentaristico intrecciato a musica e immagine, ospitata nei maggiori teatri di area germanica. Tristan oder Isolde (4 agosto, Teatro alle Tese) è dichiaratamente un pastiche, elaborato a partire dai resti della scenografia di Anna Viebrock per l’opera wagneriana diretta da Marthaler del quale la Mahler era stata assistente. Il secondo spettacolo della Mahler, Alla fine del mare (5 agosto, Teatro Piccolo Arsenale), basato sul film di Fellini E la nave va, mette in scena un gruppo di stelle della lirica ormai decadute in viaggio su un piroscafo.

Quarantaduenni, dall’Olanda, Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot lavorano insieme dal 2000 dopo aver entrambe terminato la stessa scuola di teatro di Amsterdam. Dal 2011 lavorano a una serie denominata Visual Statements, performance dedicate alla “società dello spettacolo” e al ruolo dell’immagine nella cultura odierna. A questa serie appartengono anche i due spettacoli presentati alla Biennale: Bimbo (5 e 6 agosto, Teatro alle Tese) e Hideous (Wo)men (8 agosto, Teatro alle Tese). I loro lavori sono stati presentati alla Ruhr Triennale e al Theatertreffen; attualmente hanno in lavorazione una nuova produzione per la Volksbühne di Berlino.
Ha costruito una solida carriera di regista Claudia Bauer, classe 1966, nata a Landshut, Baviera, non solo realizzando spettacoli per i maggiori teatri dei paesi di lingua tedesca, ma anche rivestendo ruoli di direzione artistica, come al Theaterhaus di Jena dal 1999 al 2004. Alla Biennale presenta Und Dann (8 agosto, Tese dei Soppalchi), dal testo di Wolfram Höll, drammaturgo dell’anno 2014 per la rivista Theater Heute, e Der Menschen Feind (9 agosto, Teatro Piccolo Arsenale), riscrittura del Misantropo molièriano. Sono spettacoli in cui la grammatica del teatro si scompone per ricomporsi in una nuova prospettiva, “scatole magiche dove acidità e incubi grotteschi consegnano uno sguardo di impietoso post modernismo sulla società di oggi” (A. Latella). Lungo l’arco del Festival – dal 25 luglio al 12 agosto – una installazione di Katrin Brack, figura importante della scenografia europea e Leone d’oro alla carriera, sarà nel foyer del Teatro alle Tese. Aria, luce, tempo sono le tematiche del lavoro della Brack, “tematiche che valorizzano lo spazio scenico rendendolo vivo, in continuo movimento, aggiungendo al luogo un valore performativo che, grazie a piccole variazioni offerte dal contesto, lo rendono ogni sera irripetibile” (dalla motivazione).

Biennale College - Teatro

You know I’m No Good, famoso singolo di Amy Winhouse, è il titolo della maratona finale in scena l’11 e il 12 agosto che raccoglie in un unico spazio (Sale d’Armi) e senza soluzione di continuità gli esiti dei laboratori di Biennale College – Teatro, tutti ispirati a un tema proposto da Antonio Latella.
Latella ha chiesto ai maestri dei laboratori “di identificare un'artista, donna, operante dalla seconda metà del Novecento misteriosamente scomparsa, e di mettere una lente di ingrandimento là dove si possa vedere qualcosa che per troppo tempo è rimasto nascosto, o volutamente tenuto sotto silenzio. Che nasca un confronto vero e necessario perché quel punto fine possa essere anche un punto e a capo, aprire nuove domande, mutarsi in territorio fertile di ricerca fortemente generativo… Sono convinto che in un Festival dove il filo rosso resta il processo creativo degli artisti, il loro percorso, la loro ricerca, sia anche importante avere il coraggio di fermarsi a riflettere su coloro che volontariamente, e, aggiungo, molti di loro lucidamente, hanno scelto prima del tempo di dare addio alla vita o di rifiutare la carriera artistica”.
Ogni maestro ha quindi scelto un’artista come tema del proprio laboratorio: Simone Derai di Anagoor ha scelto di lavorare attorno alla figura di Norma Jean Baker (Marilyn Monroe), Nathalie Béasse su Jean Seberg, Franco Visioli e Letizia Russo su Unica Zürn, Anna-Sophie Mahler su Aglaja Veteranyi, Maria Grazia Cipriani del Teatro del Carretto su Amy Winehouse, Katrin Brack su Charlotte Posenenske, Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot su Lee Lozano.
Un laboratorio sarà dedicato alle diverse strategie di comunicazione legate alla critica teatrale sotto la guida della saggista e critica Roberta Ferraresi.
Gli attori, i cantanti, i drammaturghi, i performer, i danzatori, i musicisti, gli scenografi che saranno selezionati per Biennale College - Teatro saranno a Venezia per tutta la durata del Festival, dal 25 luglio al 12 agosto, e lavoreranno con i maestri prendendo parte a un autentico processo creativo. I workshop avranno la durata di 10 giorni, preceduti da una sessione di lavoro, che coinvolgerà la totalità dei partecipanti, condotta dal Direttore Antonio Latella, prevista dal 26 al 30 luglio.
Il bando di partecipazione alla selezione per i laboratori di Biennale College – Teatro è scaduto il 22 maggio.

Una sezione di Biennale College – Teatro è, inoltre, dedicata esclusivamente alla figura del regista. “In un periodo storico dove è evidente la frattura tra le passate e le nuove generazioni impegnate nella scena, la Biennale Teatro s’impegna a valorizzare il lavoro di chi non ha ancora raggiunto una vasta visibilità, per età e/o per oggettive difficoltà d’ingresso nel panorama teatrale. (…) Il bando è per il primo anno indirizzato soltanto a registi italiani; questa scelta nasce dalla constatazione della difficoltà incontrata dai nostri giovani artisti nel proporre le proprie opere a un vasto pubblico e alle istituzioni” (A. Latella).
Ai registi italiani di età compresa tra i 18 e i 30 anni si è chiesto di proporre un proprio progetto inedito o che non sia stato rappresentato in forma completa. Questa sezione si articola in diverse sessioni di lavoro: dopo una selezione di non più di 30 registi, ne verranno scelti 5 per presentare il 10 agosto al Teatro alle Tese la prima parte del proprio progetto – della durata di circa 30’ – alla presenza degli allievi e dei maestri che parteciperanno alle attività del 45. Festival e del relativo College, oltre che di operatori del settore. Da questa prova uscirà un unico regista che realizzerà, con un premio di produzione, il suo spettacolo, definendolo e sviluppandolo in tutti i suoi aspetti con il supporto del Direttore artistico Antonio Latella per debuttare nell’ambito della Biennale Teatro 2018.

Gli incontri

Spazio aperto alla conoscenza e al confronto, il Festival organizza un ciclo di incontri con le registe ospiti - Maja Kleczewska, Ene-Liis Semper, Nathalie Béasse, Maria Grazia Cipriani, Livia Ferracchiati, Anna Sophie Mahler, Suzan Boogaerdt e Bianca Van der Schoot, Claudia Bauer, Katrin Brack - condotto dalla critica di teatro e direttrice della rivista “Hystrio” Claudia Cannella.

Ringraziamenti

Si ringraziano il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il suo importante contributo e la Regione del Veneto per il sostegno accordato ai programmi dei Settori Danza Musica e Teatro della Biennale di Venezia.

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