fbpx Biennale Arte 2022 | Elsa von Freytag-Loringhoven
La Biennale di Venezia

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Elsa von Freytag-Loringhoven

1874, Polonia – 1927, Francia


  • MAR - DOM
    23/04 > 25/09
    11.00 - 19.00

    VEN - SAB FINO AL 25/09
    11.00 - 20.00

    MAR - DOM
    27/09 > 27/11
    10.00 - 18.00
  • Arsenale
  • Ingresso con biglietto

Arrivata negli Stati Uniti agli inizi degli anni Dieci, Elsa Plötz – meglio conosciuta come baronessa Elsa von Freytag-Loringhoven – guadagna il titolo nobiliare sposando l’erede di un casato tedesco decaduto. Senza alcun sostegno economico, è costretta a posare come modella per giovani artisti ed esibirsi come soubrette nei locali del quartiere newyorkese Greenwich Village. Le fotografie che ritraggono questi momenti mostrano una donna di mezza età impegnata in strane pose, che ha il corpo addobbato con oggetti perlopiù rubati o trovati nella spazzatura. In una di queste immagini, la baronessa si trova in un caotico interno domestico, posa come fosse pronta a saltare, indossando un elmetto con una lunga piuma e una tutina a righe. Sembra un cyborg erotico, esempio di ciò che definisce femminilità “teutonica”, che scompagina tutti i canoni identitari e assume la stessa estetica ibrida e ammaliante dei lavori che produce negli stessi anni. Dal 1917 realizza alcuni oggetti scultorei simili ai ready-made dell’amico Marcel Duchamp, che le valgono il titolo di “Mother of Dada”. Il suo Portrait of Marcel Duchamp (1920) ritrae Duchamp come un calice di vino da cui sembra fiorire un meraviglioso bouquet di piume. Come l’irriverentemente groviglio di tubi intitolato God (1917 ca.), realizzato insieme all’artista dadaista Morton Schamberg, l’assemblage intrappola la stessa aria ironica, sensuale e solenne che la baronessa trasmette decorando il proprio corpo e, similmente, diventa il simulacro di una complessa, contraddittoria e trasformista identità moderna. 

Stefano Mudu


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