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La Biennale di Venezia chiede la liberazione del regista Jafar Panahi
Cinema -

La Biennale di Venezia chiede la liberazione del regista Jafar Panahi

e protesta per tutte le altre vittime dì violenza e soprusi.

Il regista, arrestato in Iran nel luglio scorso, è in sciopero della fame e della sete dall’1 febbraio.

Jafar Panahi

Il regista Jafar Panahi, arrestato nel luglio scorso dal regime iraniano a Teheran – dopo aver protestato contro la detenzione immotivata dei due colleghi Mohammad Rassulof e Mostafa Al-Ahmad – ha annunciato tramite una lettera alla famiglia l’inizio, l’1 febbraio, di uno sciopero della fame e della sete fino al momento del suo rilascio.

Si tratta di una protesta estrema contro i comportamenti disumani del governo in Iran, che non può lasciare indifferenti le coscienze di chi ha a cuore le sorti di tutto quel popolo crudelmente vessato e in generale della democrazia.

La Biennale di Venezia, ricordando tutte le altre vittime dì violenza e soprusi e la situazione drammatica in cui versa quel Paese, chiede nuovamente con forza l’immediata liberazione di Jafar Panahi e di tutti i dissidenti immotivatamente arrestati in seguito alle pacifiche proteste pubbliche di tante giovani donne e uomini in corso da mesi.

La Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica  proseguiranno fermamente nell’impegno di sensibilizzare i media, i governi e le organizzazioni umanitarie, unendo la propria voce alle tante che nel mondo si levano, in difesa del popolo iraniano oppresso in modo violento. Un impegno assunto a partire dal flash mob organizzato all’ultima Mostra del Cinema prima della proiezione proprio del film di Jafar Panahi, Gli orsi non esistono (No Bears).