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“Anteguerra / Things to come”: il nuovo numero della rivista La Biennale di Venezia
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“Anteguerra / Things to come”: il nuovo numero della rivista La Biennale di Venezia

Presentazione il 27 giugno ad Agrigento (ore 15) e a Palermo (ore 20); il 29 giugno (ore 15) presso Il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (Brescia).

Anteguerra / Things to come
n. 2 / 2025

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Anteguerra / Things to come

Il secondo numero del 2025 della Rivista edita dalla Biennale di Venezia, dal titolo Anteguerra / Things to Come, sarà presentato:

Venerdì 27 giugno alle ore 15 presso l’Aula Magna del Polo Territoriale Universitario di Agrigento (Via Ugo La Malfa 1, Agrigento). Un saluto di Giovanni Francesco Tuzzolino, Professore e Presidente del Polo Territoriale Universitario di Agrigento - Università degli Studi di Palermo; Francesco Miccichè, Sindaco di Agrigento; Maria Teresa Cucinotta, Presidente Fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025; Rino La Mendola, Architetto e Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC; Valeria Scavone, Professoressa e Coordinatrice del Corso di Laurea in Architettura e progetto nel costruito.
Presentazione di: Debora Rossi, Responsabile dell’Archivio Storico della Biennale. Interviene: Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia (Ingresso libero fino esaurimento posti).

Venerdì 27 giugno alle ore 20 presso la Sala degli stemmi del Teatro Massimo di Palermo (Piazza Verdi, Palermo). Un saluto di Marco Betta, Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo.
Presentazione di: Debora Rossi, Responsabile dell’Archivio Storico della Biennale. Interviene: Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia (Ingresso libero su prenotazione, fino esaurimento posti – RSVP: info.asac@labiennale.org).

Domenica 29 giugno alle ore 15.00 presso il Salone di Villa Mirabella, all’interno del parco monumentale de Il Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera (Brescia). L’incontro si inserisce nel programma del festival “GARDA, un lago in festa”, diretto da Giordano Bruno Guerri, e vedrà protagonisti Pietrangelo Buttafuoco, Presidente della Biennale di Venezia, e Luigi Mascheroni, direttore della Rivista. (Ingresso libero fino esaurimento posti)

 

Rinata dopo 53 anni dalla sua ultima pubblicazione, la Rivista si inserisce tra le attività dell’Archivio Storico della Biennale. Concepita e realizzata esclusivamente in formato cartaceo, si distingue per un ricco apparato iconografico, frutto di una selezione attenta di materiali provenienti dall’Archivio stesso e da campagne fotografiche condotte su scala nazionale e internazionale. Pubblicata con cadenza trimestrale, ogni uscita è costruita attorno a un tema monografico, che mette in relazione le diverse discipline che compongono l’identità della Biennale di Venezia — arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema — accogliendo al contempo contributi provenienti dal mondo della scienza e della letteratura, in un dialogo aperto e interdisciplinare.

Interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi sono firmati da artisti, studiosi e figure di rilievo del panorama culturale e della società civile, sia italiana che internazionale. Molteplicità di linguaggi e libertà espressiva caratterizzano la Rivista, che affida ampio spazio alla sperimentazione grafica e alle contaminazioni tra forme e codici diversi.

Direttore editoriale della Rivista è Debora Rossi. La direzione è affidata a Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore. La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale. Il progetto grafico è a cura di Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.

“La Rivista – spiega Debora Rossi - rinasce con lo stesso spirito e natura che la contraddistingueva sin dalla prima edizione, ovvero retta da una parola guida, ‘ricerca’, termine che ricorre nella stessa legge istitutiva della Biennale. Rappresenta uno spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro”.

I contributi del numero 2/25 sono di Christine Macel, Germaine Acogny, Roberto Cremascoli, Gianni Forte, Mazen Khaled, Luigi Gallo, Luca Francesconi, Antonio Marras, Darco Pellos e Wael Shawky, Josep Oriol Esteve, Claudio Magris, Robert Jan van Pelt, Mizue Hasegawa, Annarita Colombo, Jon Padfield, Javier Cercas, Gohar Dashti, Balakrishnan Rajagopal, Anita Likmeta, Valentina Tanni, Silvano Tagliagambe, Felix Azhimov, Giovanni Caprara, Cinzia Zuffada, Pier Luigi Sacco, Matt Leacock, Krystian Lupa, Stefania Vitulli, Alexander Sokurov, Denis Brotto, Mark Salvatus.

La copertina è illustrata con un’opera di Mino Maccari: si tratta dell’immagine del pannello di scena con volto riflesso per la parata finale dell’opera “Commedia sul Ponte” di Bohuslav Martinů alla Biennale Musica 1951 (tempera su compensato).

Il numero è illustrato con le fotografie provenienti da: Archivio Storico della Biennale di Venezia; Fototeca Cinema; Sfeir-Semler Gallery; Lisson Gallery; Lia Rumma; Barakat Contemporary; Museo Nacional del Prado; Scala, Firenze; New Picture Library; Summerfield Press; Carlo Valsecchi; Collezione Maramotti; Elvert Bañares; National Commission for Culture and the Arts NCCA – Philippine Arts in Venice PAVB.

Sono presenti, inoltre, le fotografie di Stefano Graziani, Junpei Katayama e Jon Padfield, Carlo Valsecchi, Gohar Dashti, Luca Capuano, Lorenzo Pesce, Gabrielle Traversat, Toni Fabris, Joan Fontcuberta, Jason Larkin, Masahisa Fukase.

La distribuzione

La rivista, in vendita nello store online della Biennale e nelle principali librerie, sarà presentata in vari luoghi e manifestazioni in Italia e all’estero.

Nota storica

La rivista della Biennale di Venezia 1950-1971 
In considerazione del grande successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, la prima dopo la Seconda guerra mondiale, già nei primi mesi del 1950 l’Ente decise di pubblicare una rivista con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione delle sue manifestazioni. L’idea era dar vita a una rivista trimestrale intitolata ‘La Biennale di Venezia’. L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche con tavole a colori che nel tempo andarono aumentando. Titolo di inizio è: “La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda”. Il numero di lancio parte nel luglio 1950 ed è costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. Casa editrice: Vittorio Alfieri, Firenze; Stamperia: Carlo Ferrari, Venezia. Il Comitato di redazione è costituto dal Presidente dell’Ente Giovanni Ponti, dal Segretario generale Rodolfo Pallucchini, il direttore responsabile della rivista è Elio Zorzi (capo ufficio stampa) che si avvale dei seguenti collaboratori: Umbro Apollonio (responsabile ASAC), Antonio Petrucci, Giovanni Piccini, Adolfo Zajotti, Ferdinando Ballo. 

Seconda fase della rivista 1960-1971 
Il numero doppio 36/37 luglio-dicembre 1959 è l’ultimo di una fase di transizione. Pallucchini aveva lasciato l’incarico alla Biennale nel 1957 e al suo posto era arrivato Gian Alberto Dall’Acqua. La direzione della rivista viene presa in mano da Apollonio, con nomina ufficiale nel ruolo dal 1958, che lavora da subito in grande sintonia con Wladimiro Dorigo. L’orientamento meno accademico impostato da Apollonio tende a dare spazio alle istanze dell’arte delle nuove generazioni, ad aggiornare ulteriormente l’aspetto del periodico in chiave meno patinata. Il cambio di passo si nota bene dal numero 40 del luglio-settembre 1960: viene cambiato nuovamente il font, aumentano i contributi di carattere critico, le immagini sono per lo più in bianco e nero. La rinnovata linea vuole dare “ampio margine ai dibattiti della critica più cogenti in un connubio di aspetti formali storici estetici che l’odierna arte mondiale propone e sviluppa”. Viene inoltre deciso che la rivista sarà pubblicata in proprio dalla Biennale, senza coinvolgere altri editori più o meno rinomati, sempre in difficoltà con le vendite. Questa linea editoriale si conserva fino agli anni Settanta, quando al posto della rivista a partire dal 1975 saranno pubblicati gli Annuari diretti da Dorigo.