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Biennale Arte 2022

Padiglione delle Arti Applicate

Progetto Speciale

Progetto Speciale Padiglione delle Arti Applicate - Arsenale, Sale d’Armi

 

Tiger Strike Red

a cura di Cecilia Alemani
artista Sophia Al-Maria

 

La collaborazione tra La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra, quest’anno alla sesta edizione, ha reso possibile il Progetto Speciale del Padiglione delle Arti Applicate ospitato nelle Sale d’Armi dell’Arsenale, organizzato congiuntamente dalle due istituzioni. Tiger Strike Red è il titolo dell’opera di Sophia Al-Maria, l’artista selezionata dalla Curatrice della Biennale Arte 2022, Cecilia Alemani.

Artista, scrittrice e regista americana di origine qatariota, Sophia Al-Maria esplora i riverberi del colonialismo e del razzismo e come questi siano penetrati negli attuali rapporti tra gli esseri umani, attraverso i pregiudizi inseriti nei nostri algoritmi e nelle tecnologie. L’opera di Al-Maria si interroga sull’alienazione e la disfunzione derivate da una cultura di “fatti alternativi” e di storia insabbiata, e individua strascichi del colonialismo anche in ambiti all’avanguardia quali l’informatica quantistica, lo spazio virtuale e l’intelligenza artificiale.

Tiger Strike Red (2022) è il titolo del video ideato per il Padiglione di Arti Applicate in risposta al tema della Biennale Arte 2022, Il latte dei sogni, e il terzo di una serie che include le opere Beast Type Song (2019) e Tender Point Ruin (2021). Prendendo ispirazione dalla collezione di automi del Victoria and Albert Museum di Londra, Al-Maria si è accostata al singolare erotismo dell’automa conosciuto come “Tigre di Tippu”. Realizzata per il sultano Fateḥ ʿAlī Tīpū, che nel XVIII secolo governava il Mysore, nell’India meridionale, la scultura meccanica rappresenta una tigre intenta a dilaniare un soldato britannico. Per Al-Maria, questo automa dimostra sia il desiderio di vendetta nei confronti dell’oppressore colonialista sia, attraverso l’allusivo accoppiamento uomo-bestia, la fantasia subconscia dell’atto sessuale. Tiger Strike Red avanza l’ipotesi che la proiezione non consensuale dello sguardo orientalista (del maschio bianco) sia ancora presente nelle nostre visioni collettive del futuro, e suggerisce che i mostri immaginari evocati dal colonialismo britannico – siano essi la tigre di Mysore o l’immagine di donne che indossano il niqab – siano  profondamente radicati nelle nostre macchine e tecnologie odierne.

Roberto Cicutto,
Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia

«Fin dal 2016 La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra hanno dato vita al Padiglione delle Arti Applicate affidando ai propri Curatori, ad anni alterni, il progetto scientifico dello spazio. Cecilia Alemani, Curatrice della 59. Esposizione Internazionale d’Arte, ha scelto quest’anno l’opera dell’artista americana di origine qatariota Sophia Al-Maria. Una scelta lungimirante perché la sua opera è un esempio di “arte applicata alla storia” con lo scopo di smascherare quanto, perfino in discipline lontane dall’arte quali l’informatica quantistica, lo spazio virtuale e l’intelligenza artificiale, si nascondano radicate visioni colonialistiche da cui è difficile liberarsi, anche in tempi in cui sembrano non essere più dominanti. Una scelta che conferma l’importanza di questa collaborazione fra La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum e apre la porta a esplorazioni libere da ogni condizionamento tematico che permette alla Curatrice o al Curatore della Biennale Arte di portare uno sguardo originale, anche rispetto al tema scelto per l’Esposizione, arricchendola di nuovi contenuti.»

Tristram Hunt
Direttore del Victoria and Albert Museum, Londra

«Il Victoria and Albert Museum di Londra è lieto di collaborare per la terza volta con la Biennale Arte in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte. L’installazione cinema-tografica di Sophia Al-Maria, Tiger Strike Red, trae ispirazione da “Tigre di Tippu,” l’automa realizzato intorno al 1790 per il Sultano Tipu, sovrano del regno di Mysore in India. L’opera rappresenta un uomo europeo sopraffatto nell’atto di venire dilaniato da una tigre, simbolo del Sultano Tipu, che è oggi uno degli oggetti più famosi e affascinanti del V&A. Utilizzandola come metafora, Al-Maria propone una riflessione sui temi della violenza coloniale e del razzismo, e di come questi pregiudizi si ripercuotono sulle tecnologie attuali e sulla distorsione intrinseca degli algoritmi che stanno riplasmando il nostro mondo. È così potente vedere le nostre collezioni storiche utilizzate come materiale di partenza per creare nuove opere d’arte che mettono in luce il retaggio a oltranza del colonialismo nei nostri musei e nell’opinione pubblica.»

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