Gaudi, l’Atelier du Divin

1926. Indebolito dall’età e sentendo avvicinarsi la morte, Gaudí invita i suoi nuovi assistenti a visitare il suo studio perché ne carpiscano appieno la visione e possano completarne il lavoro... Nei panni di un assistente e guidato dalla voce di Gaudí, l’utente s’immerge nei pensieri dell’architetto alla scoperta della sua straordinaria personalità, dei suoi rivoluzionari metodi di lavoro e del suo inimitabile universo artistico.

Solo ricostruendo lo studio di Gaudí, oggi scomparso, è possibile scoprire il suo geniale universo: l’esperienza è interamente costruita intorno a questo spazio. In preda a un divorante misticismo, l’architetto si era trasferito a vivere in questo spazio ibrido e modulare dove, da appassionato eremita, continuava il lavoro instancabile per conto di Dio. Fatto a sua immagine e plasmato sulle sue ossessioni, lo studio si era trasformato da semplice luogo di lavoro a estensione dell’artista e materializzazione della sua psiche. La necessità di usare la resa grafica dello studio per raccontare l’uomo ci è stata chiara sin dall’inizio. Era importante che ogni parete e ogni soffitto, delirante come i suoi pensieri, agisse da specchio dinamico e deformante per raccontare la storia del suo tormentato universo onirico.

PRODUZIONE 1: Garaudel Agnès – Gedeon Programmes
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PRODUZIONE 2: Guttmann Vincent, Acker Voyelle - Small Creative
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75011 – Paris, France
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PRODUZIONE 3: Fukuyama Yuko – NHK (Japan Broadcasting Corporation)
2-chōme-2-2-1 Jinnan
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