The Great Escape

In The Great Escape, lo spettatore arriva come il terzo di tre gerani bloccati sul davanzale della finestra dello spoglio salotto di Patrick, un uomo solitario di trentotto anni. I gerani sono annoiati a morte e costantemente frustrati – con sé stessi, con il davanzale e con Patrick. Sognano di vedere il mondo, ma sono letteralmente radicati al loro posto. Patrick, invece, cammina liberamente ma non esce mai di casa, intrappolato nella sua routine solitaria. Ogni giornata inizia allo stesso modo: Patrick annaffia le piante, prepara il caffè, dà da mangiare al pesce rosso, attiva il robot aspirapolvere, raccoglie la pubblicità dalla cassetta della posta, poi si perde a fantasticare guardando fuori dalla finestra.
La monotonia viene interrotta quando Patrick compra uno smartphone per connettersi con il mondo esterno. I gerani lo rubano di nascosto e si scattano un selfie, che postano in un gruppo di scambio piante. Una donna di nome Sonja lo vede e convince Patrick a scambiare i gerani con la sua sansevieria. I gerani sono al settimo cielo all’idea di uscire finalmente con Patrick, ma una conversazione con un mazzo di rose morenti rivela che il mondo esterno non è così gentile con le piante. La crisi esistenziale che segue li porta quasi alla rovina, e, alla fine, in una nuova casa, in un ambiente sorprendentemente familiare.

Al centro di The Great Escape c’è la noia che può nascere dalla comodità. In questa storia, un gruppo di piante da appartamento sogna una “grande fuga” dalla propria routine quotidiana, sebbene in realtà non ci sia nulla di particolarmente sbagliato in quella quotidianità. Da un lato, i desideri contraddittori dei gerani possono sembrare divertenti, ma dall’altro sono risultano comprensibili anche a chi ha sogni simili di evasione o prova un senso inspiegabile di insoddisfazione. Fuggire da una gabbia dorata richiede coraggio e, talvolta, la capacità di lasciar andare, come sperimenta Patrick in questa storia. Eppure, anche in quel caso, un ritorno sicuro non è sempre garantito, come scoprono i gerani. Tuttavia, c’è bellezza anche negli aspetti più ordinari della vita e nel fluire dell’esistenza quotidiana.

PRODUZIONE 1:
Animal Tank - Sven Spur, Brecht Van Elslande
Hagelandkaai 37
9000 Ghent, Belgium
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PRODUZIONE 2:
a_BAHN - François Le Gall, Marion Guth
75, Rue de la Gare
4571 Oberkorn, Luxembourg
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DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE:
Animal Tank - Sven Spur
Hagelandkaai 37
9000 Ghent, Belgium
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E-mail: sven@animaltank.be
Web: https://www.animaltank.com

UFFICIO STAMPA:
Spur Sven - Animal Tank
Hagelandkaai 37
9000 Ghent, Belgium
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E-mail: sven@animaltank.be