fbpx Biennale Arte 2022 | Lillian Schwartz
La Biennale di Venezia

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Lillian Schwartz

1927, USA


  • MAR - DOM
    23/04 > 25/09
    11.00 - 19.00

    27/09 > 27/11
    10.00 - 18.00
  • Padiglione Centrale
  • Ingresso con biglietto

Secondo la celebre mostra The Machine as Seen at the End of the Mechanical Age (1968) tenutasi al MoMA di New York, gli anni Sessanta sanciscono l’inizio di una nuova età cibernetica. Lillian Schwartz subisce il fascino della crescente innovazione tecnologica e, dopo una formazione tradizionale in calligrafia e in pittura, inizia a collaborare con ingegneri e programmatori per produrre nuove esperienze visive. Nella mostra al MoMA, l’installazione Proxima Centauri (1968) prodotta con l’ingegnere danese Per Biorn – altro membro del gruppo E.A.T. (Experiments in Art and Technology) – consiste in una cupola di plastica traslucida che genera una serie di effetti luminosi rossi la cui dinamica visiva varia a seconda della posizione dello spettatore. Negli anni Settanta, quando inizia a lavorare nei laboratori di sviluppo e ricerca della società americana di telecomunicazioni AT&T, Schwartz elabora un linguaggio ibrido che, grazie alla sovrapposizione di fotogrammi colorati a mano e disegni geometrici prodotti da algoritmi, genera psichedeliche immagini in movimento. Alcuni dei brevi film ottenuti da questo procedimento, come Googolplex, Enigma o Mis-Takes (tutti del 1972), sono caratterizzati da forme in continua trasformazione e, accompagnate da musiche incalzanti, producono un inusuale, mistico, quasi spirituale straniamento. Nonostante gli strumenti rivoluzionari e l’ipnotica estetica futurista, il lavoro di Schwartz è al servizio di tematiche senza tempo viste da una prospettiva tecnologica. 

Stefano Mudu

Padiglione Centrale
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